Un piano socio-sanitario che va "cambiato" perché "fatto solo di enunciazioni di principio, ma fortemente carente nella sostanza". Un piano soprattutto non "condiviso con i territori e gli attori sociali". È questo il messaggio che emerge dalla terza tappa del percorso di assemblee organizzate da Cgil, Cisl e Uil dell'Umbria, che hanno anche annunciato una petizione popolare, nel corso dell'incontro che si è svolto venerdì 4 febbraio a Città di Castello.
Il tratto comune degli interventi, già emerso anche nelle precedenti assemblee di Spoleto e Castiglione del Lago - spiega la Cgil - è stato il riconoscimento della necessità di un percorso di partecipazione alle scelte sul futuro della sanità umbra, che finora è mancato.
"La grande partecipazione all'assemblea di oggi e a quelle delle passate settimane - hanno sottolineato i segretari di Cgil, Cisl e Uil dell'Umbria, Vincenzo Sgalla, Angelo Manzotti e Maurizio Molinari - testimonia il bisogno e la volontà del territorio di dire la propria, di partecipare. Il nostro obiettivo è quello di raccogliere questa partecipazione e trasformarla in rivendicazioni da rivolgere a chi finora non ha voluto ascoltare". A questo scopo, i sindacati hanno annunciato la predisposizione di della petizione popolare che sarà lanciata nei prossimi giorni. Otto i punti individuati da Cgil, Cisl e Uil: lotta al Covid; nuovo piano di assunzioni a tempo indeterminato; protocollo sugli appalti; lotta agli infortuni e alle malattie professionali; convenzione con l'Università; criteri stringenti nel rapporto con la sanità privata; programmazione e investimenti (numeri precisi su case e ospedali di comunità); strutturazione di veri percorsi di partecipazione.
"Su questi punti intendiamo verificare la disponibilità al confronto da parte della giunta regionale - hanno concluso Cgil, Cisl e Uil - ma in caso di ulteriori chiusure la mobilitazione proseguirà senza escludere alcuna forma di lotta".
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