"Da Norcia, dalla città
di San Benedetto, chiedo che il mio Paese venga ammesso
nell'Unione europea": è l'appello che Nataliya Tetyuk, ucraina
di Ternopil, da 20 anni in Italia, lancia dalla sua casetta Sae
dove vive, assieme al marito Antonio, dal 2017, dopo che il
sisma un anno prima aveva distrutto la loro abitazione. Un
appello che parte proprio dalla città del santo patrono del
continente. "Per l'Ucraina entrare in Europa è l'unica strada
per la salvezza, indietro non si torna", aggiunge la donna.
"Come si sopravvive al terremoto, al Covid e ora alla guerra?
Con coraggio e amore", dice Nataliya all'ANSA. "Vedere le
immagini del mio Paese bombardato mi provoca dolore e mi
spaventa per mia mamma, mia sorella, mia nipote che vivono
ancora in Ucraina", aggiunge. Raccontando che "mia mamma Dana ha
deciso di restare dentro la sua casa e anche quando vengono
azionate le sirene d'allarme non scende più in strada.
Fortunatamente ancora non stanno bombardando nella mia città".
Nataliya spiega, inoltre, di essere "rimasta sorpresa dal
mondo intero che si è schierato dalla parte della mia Ucraina,
speriamo che sia sufficiente a far fermare Putin".
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