"Se potesse essere utile un luogo
come questo, nella sua anima ecclesiale, con la componente
privilegiata dei figli di Francesco, ed anche - non ne dubito -
nella sua componente civile, Assisi è pronta. In questa città
benedetta assicuriamo, innanzitutto per le vittime, e poi per i
governanti di Russia e Ucraina e per tutti i 'reggitori dei
popoli' chiamati a tessere le condizioni di un efficace tavolo
della pace, la preghiera costante. Insieme garantiamo la
'neutralità' necessaria per stare dalla parte delle vittime
senza perdere fiducia nella capacità degli aggressori di tornare
alla luce della ragione e del bene". E' uno dei passaggi di una
lettera aperta "ai governanti dei popoli", scritta dal vescovo
della città di San Francesco, mons. Domenico Sorrentino.
"Costruire la pace nello spirito di Assisi" è il titolo.
"Occorre continuare a credere, nonostante tutto - osserva, fra
l'altro, mons. Sorrentino - nelle risorse della diplomazia.
Prima ancora urge, per tutti noi, ma con particolare
responsabilità in chi ha la guida dei popoli, una vera
'conversione", morale e spirituale.
"Il segreto per sciogliere nodi complessi come quello che stiamo
vivendo - osserva - resta la preghiera". "Ci serve anche per
resistere all'idea che si debba investire ancora di più per le
armi, mentre in realtà andrebbe investito molto di più per
sfamare i poveri. Se proprio di una difesa armata abbiamo
bisogno, di fronte ad aggressori senza scrupoli, mi chiedo se
non basti investire, a livello di innovazione tecnologica, per
ideare strumenti che abbiano unicamente la funzione di
contrastare e distruggere armi".
"C'è forse bisogno anche - prosegue - di una diplomazia
'carismatica'. Se poi di un luogo carismatico si avesse bisogno,
immagino che pochi luoghi al mondo possano vantare il fascino
spirituale" di Assisi. "Ciò che i papi, da San Giovanni Paolo II
in poi, hanno fatto, inaugurando in questa Città quel percorso
di preghiera e di dialogo interreligioso, noto come 'spirito di
Assisi', ne è testimonianza".
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