"L'essere umano, le
frontiere, i permessi e le guerre sono da sempre stati il
problema più grande di tutte le mie avventure": così Lorenzo
Barone, il ventiquattrenne di San Gemini impegnato da febbraio
in un viaggio in bici in solitaria lungo la distanza terrestre
più lunga del mondo, ha annunciato una deviazione del suo
itinerario, compreso tra Agulhas, in Sudafrica, e Dezhnev, in
Russia. Superata l'Uganda, il giovane eviterà Etiopia e Sud
Sudan, a causa della loro situazione interna e quindi
raggiungerà in aereo il Sudan.
"Rapimenti, bande armate, posti di blocco irregolari, traffici
di esseri umani, scontri tra clan di etnie diverse, flussi di
profughi, attacchi armati al governo, guerre civili, frontiere
chiuse e mancanza dei beni primari, sono solo alcuni degli
episodi che si verificano in queste zone negli ultimi anni"
spiega Barone dal suo profilo Facebook, dal quale documenta
costantemente il suo viaggio di 29.000 chilometri attraverso tre
continenti. "Ho capito che potevo limitare il percorso -
aggiunge -, ma non potevo limitare me stesso. Anche sapendo che
non potrò mai dire di aver percorso interamente 'la distanza
terrestre più lunga del mondo', continuo ad andare avanti,
impegnandomi con tutte le mie forze".
Finora il ventiquattrenne ha percorso oltre 6 mila chilometri
in 54 giorni, con una media di oltre 125 chilometri al giorno,
rispetto agli 80 preventivati. "Durante questi 6.588 chilometri
dal Sudafrica all'Uganda ho visto una trasformazione enorme tra
le varie popolazioni" spiega all'ANSA. "Dal punto di vista
economico - prosegue - spesso non c'è stata neanche una
"sfumatura" tra un Paese e l'altro ma una differenza netta da un
lato della frontiera e l'altra parte. Riguardo i paesaggi,
l'ambiente che mi circondava e gli animali, è stato
incredibile". Tra un mese raggiungerà la Turchia dove incontrerà
la moglie Aygul e poi proseguirà verso la Russia.
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