"In questo momento difficile per
la nostra regione la minaccia più grande è rappresentata dalla
distanza tra la realtà e la narrazione della politica orientata
dalla propaganda": lo scrive il consigliere regionale del
Movimento cinque stelle in una lettera aperta alla presidente
della Regione Umbria, Donatella Tesei.
"Ho letto le sue dichiarazioni - afferma De Luca - in cui
afferma che 'l'economia regionale ha retto grazie alla nostra
nuova politica'. Ecco, ritengo che tale rappresentazione vada
proprio in questa direzione. Non solo i dati ci dicono che
l'economia regionale sta implodendo, ma soprattutto che il punto
di rottura sono le fasce più deboli e più fragili della
comunità, proprio sopra a famiglie e piccole e medie imprese.
Sono surreali i toni trionfalistici per l'effetto rimbalzo del
Pil dopo il crollo della pandemia, considerando oltretutto che
tale valore è inferiore rispetto alla media nazionale. Un crollo
che ha lasciato tante persone a terra e che ha allargato la
forbice delle disuguaglianze aumentando in maniera spropositata
il divario tra chi è sempre più ricco e chi è sempre più povero.
Grazie all'irripetibile opportunità del Recovery fund, oltre 200
miliardi portati a casa grazie alla tenacia di Giuseppe Conte,
avremmo avuto la possibilità di superare i nodi strutturali
della nostra regione, di far partire una rivoluzione basata
sulla crescita comune e la ridistribuzione della ricchezza.
Purtroppo, così non è stato. È stato utilizzato un altro metodo.
Un metodo chiuso, fatto di scelte prese di nascosto e non
condivise con la comunità regionale, di assoluta mancanza di
concertazione. Un metodo che ci darà i benefici economici della
cantierizzazione di alcuni progetti, ma non quelli del rilancio
strutturale del tessuto produttivo e nemmeno di quello
socio-sanitario. Le risorse arrivate per la transizione
ecologica, per creare benessere e competitività, rischiano di
diventare una pietra al collo per le future generazioni, un
ulteriore debito che di fatto non va a sciogliere nessuno dei
nodi strutturali che frenano questa regione. A tutto questo
dobbiamo aggiungere che nulla si sta facendo per far fronte alle
ulteriori difficoltà che arrivano come conseguenza delle
turbolenze geopolitiche. Nel 2022 l'Umbria perderà 144 milioni
di export nelle aree RUB (Russia, Ucraina, Bielorussia), in
termini percentuali siamo la seconda regione per quota di
esportazioni verso queste zone e quindi saremo tra i più
penalizzati. D'altra parte gli ostacoli e i ritardi per
l'installazione di impianti di energie rinnovabili che sta
ponendo l'assessore Morroni tagliano le gambe alle imprese a cui
viene impedito di far fronte in maniera strutturale a questo
problema. L'Umbria con l'indice di crescita dei prezzi al 6,4%
secondo l'Unione consumatori è la quarta regione più cara
d'Italia con un mercato del lavoro prevalentemente precario e
storicamente poco professionalizzante che subirà maggiormente
anche l'effetto dell'iperinflazione. Siamo anche di fronte
all'evidente fallimento della riforma sulle politiche del lavoro
e sull'Arpal voluta dall'assessore Fioroni. I dati Excelsior
certificano, infatti, come il mismatch tra domanda e offerta di
lavoro in Umbria sia tra i più alti in Italia. Tra i disoccupati
umbri c'è la maggior quota di laureati in termini percentuali di
tutta Italia, per cui dopo aver investito per la loro formazione
è conseguente che i giovani continuino a fuggire da questa
regione. Unica nota positiva, ad oggi, per la crescita
occupazionale post Covid è la ripresa del settore dell'edilizia
e delle costruzioni, grazie al Superbonus 110% fortemente voluto
dal M5s e ostacolato ogni giorno a livello governativo.
Per questo presidente Tesei - conclude De Luca - la prego di
lasciar stare la propaganda: ascolti la sofferenza della
comunità regionale e riallinei la sua narrazione dalla parte
dell'Umbria".
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