Si chiama "Scartabellando" la
mostra realizzata da Costanza Calisti utilizzando l'arte del
riciclo e allestita a Perugia nelle sale di Umbrò, in via
Oberdan fino al 18 luglio.
Opere realizzate selezionando immagini e riciclandole in
composizioni di collage, con l'ispirazione venuta nel corso
dell'isolamento dovuto alla pandemia spiega la stessa autrice.
Calisti, che ha già partecipato alla Bibart, biennale
internazionale di Bari e ha fornito immagini per un saggio
storico-letterario, non è nuova all'arte del riciclo. E' infatti
è passata prima dal restauro di vecchi mobili, oggetti scartati,
decori in stucco e di una serie di materiali che si sono
intrecciati in nuove composizioni. Da tre anni a questa parte
taglierini e colle, forbici e carta sono però diventati gli
strumenti attraverso i quali Costanza Calisti immagina "un nuovo
mondo alimentato da un insopprimibile impulso di sognare e di
fornire nuove significazioni a essi". In un processo creativo
alimentato dal suo immaginario, l'artista si colloca tra
onirismo e surrealismo, passando attraverso l'arte povera in
quell'operazione di "ecologia" delle immagini. "Che passano
fugaci, sempre più fugaci sotto i nostri occhi, e che ferma,
fissa, ritaglia e rimodula - spiega ancora lei stessa - con la
volontà di un demiurgo che rimodella il mondo. Un mondo depurato
dal superfluo che nell'era della rivoluzione digitale
dell'immagine domina".
"Scomporre e ricomporre, assemblare, 'nulla si distrugge' -
sottolinea ancora Costanza Calisti - per ridare nuova forma a
infinite realtà. In un gioco senza fine, nel quale gli elementi
si rincorrono, come in una caccia al tesoro, per trovare e
concludere il loro girotondo in sospensione, come in equilibrio
sul filo, e nell'assenza totale di gravità, come in un vortice.
Che si placa nell' immagine definitiva".
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