Difendere la sanità pubblica che
sarà così messa al centro di una mobilitazione istituzionale,
con un ordine del giorno da presentare in tutti i consigli
comunali ma anche provinciali e in quello regionale, e con una
mobilitazione sociale "forte" che sfocerà anche in
manifestazioni pubbliche per la tutela di quello che è "un bene
pubblico non scontato": attraverso la campagna "La salute prima
di tutto", il Partito democratico dell'Umbria ha presentato le
azioni che ha intenzione di mettere in campo a difesa della
sanità pubblica e dei servizi sanitari. Lo ha fatto in una
conferenza stampa a Palazzo Cesaroni.
La denuncia e le conseguenti proposte illustrate dal
segretario regionale del Pd partono da un'analisi riguardante
gli indicatori di valutazione delle performance dei sistemi
sanitari locali prodotta dell'istituto Sant'Anna di Pisa. "Un
quadro drammatico" secondo Bori. "La situazione critica quindi
non la descriviamo noi - ha aggiunto - ma rapporti nazionali che
dimostrano come in Umbria è tra le peggiori in Italia e questo è
avvenuto in questi due anni in cui è cambiata completamente la
pelle della sanità pubblica. Dalla ricerca emerge che l'Umbria è
la regione che ha più assenteismo sul lavoro e questo significa
che gli operatori sono consumati perché sotto organico e sotto
stress. Inoltre, il dato degli screening oncologici è
drammatico".
Il Pd si schiera così dalla parte della sanità pubblica
soprattutto perché "è messa in crisi dal buco di bilancio".
Oltre che di aziende "indebitate" il Pd ha parlato anche dei
"tagli che vengono fatti per risparmiare sul personale". I
pensionamenti, ha aggiunto Bori, "non sono stati pareggiati con
le assunzioni" e le circa 2 mila nuove unità "promesse dalla
Tesei non sono mai arrivate".
Inoltre, il Pd denuncia anche il fatto che "al servizio
sospeso delle Usca non è stato previsto uno alternativo e questo
vuol dire disagio per operatori sanitari e pazienti che si sono
trovati in carico tutte le criticità".
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