La pandemia non è ancora alle
spalle e dopo due anni anche in Umbria resta debole la dinamica
delle nuove iscrizioni. La voglia di fare impresa "stenta a
decollare" e la regione nel secondo trimestre dell'anno registra
una crescita percentuale nel numero di imprese "ampiamente"
sotto l'1%. Tra aprile a giugno, rispetto al primo trimestre,
l'Umbria cresce dello 0,4%, lievemente sotto la media nazionale
(0,5%). E' quanto emerge in sintesi dall'analisi Movimprese
relativa al periodo aprile-giugno, condotta da InfoCamere sulla
base dei dai provenienti dal Registro imprese delle Camere di
commercio.
Secondo quanto reso noto dall'ente camerale umbro in un
comunicato si conferma tuttavia positivo anche per il secondo
trimestre il bilancio tra nuove nate e le imprese cessate. Tra
aprile e giugno se ne sono iscritte al Registro della Camera di
commercio dell'Umbria 1.124 a fronte di 729 che hanno chiuso i
battenti. Si attesta cosi a 395 il saldo tra aperture e
chiusure.
Secondo l'ultima Indagine condotta da Unioncamere-Infocamere
stanno proliferando nel Paese le società anti-hacker che sono
ormai oltre 3mila con 30mila addetti. E crescono per difendere
le imprese in un contesto dove, a loro volta, i pirati del web
appaiono sempre più strutturati in vere e proprie aziende.
"Con la pandemia e l'estensione del lavoro da remoto e dei
servizi digitali, assistiamo ad un sempre maggiore interesse da
parte delle imprese per la sicurezza informatica" sottolinea il
presidente della Camera di commercio dell'Umbria, Giorgio
Mencaroni.
In Umbria le sentinelle della cybersecurity crescono ad un
ritmo piuttosto sostenuto. Supera l'8,3% il tasso di crescita di
quelle registrate nel settore "sicurezza informatica" tra giugno
2022 e settembre 2021, "molto sopra" la media nazionale.
Il settore registra al 31 dicembre 2021, 104 addetti in
Umbria, quasi 30mila in Italia (29.073). In media le aziende
umbre impegnate nella cybersecurity impiegano quattro addetti e
con l'esplosione della pandemia hanno subito un incremento
notevole, che su base percentuale arriva al 9% (tra il 31
dicembre 2020 e il 31 dicembre 2021).
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