"Non toglieteci l'autobus, con i
tagli lasceremo a piedi le fasce più deboli della nostra
comunità": questo il grido di allarme arrivato durante la
manifestazione contro i tagli al trasporto pubblico locale
decisi dalla Regione Umbria. "Se tagli lasci a piedi anziani,
studenti, lavoratori, ed interi territori, oltre a tagliare
posti di lavoro" hanno sottolineato i rappresentanti di Filt
Cgil e Faisa Cisal che hanno organizzato il sit-in di protesta
in piazza Italia a Perugia. Nel mirino soprattutto l'assessore
regionale Enrico Melasecche. "In tre mesi siamo stati in piazza
quattro volte - afferma Ciro Zeno della Filt Cgil - ma invece di
ascoltarci la situazione si è aggravata. Non sono stati
sufficienti i 2,8 milioni di euro di tagli fatti a giugno, ora
ci hanno mostrato il progetto futuro di quattro bacini che è
come una doccia fredda perché significa mettere in ginocchio il
trasporto pubblico della regione". "Non è vero che la legge,
come dicono, li obbliga" sottolinea ancora Zeno per poi
aggiungere: "Melasecche dice bugie e gli consigliamo di leggere
la Legge 50 e il Ddl concorrenza 2022 che dicono stop
all'obbligo di gara e non ci sono penali per le amministrazioni
che non la attuano. In una regione di 800mila abitanti il
trasporto pubblico può rimanere così come è. È necessario
rivederlo, contestualizzarlo, ma non tagliarlo".
Per Christian Di Girolamo, segretario regionale Faisa Cisal,
"dal 14 di settembre ancora non sappiamo che servizi andremo a
garantire, ma sicuramente avremo studenti a piedi, autobus
stracolmi". Spoleto, Orvieto, Città di Castello, Foligno le
località dove, secondo i sindacati, i tagli colpiranno
maggiormente. "Si metteranno in ginocchio - ha proseguito Di
Girolamo - comunità piccole in cui il Tpl è di fondamentale
importanza per mobilitare le fasce più deboli. La delibera di
Giunta del 15 giugno è di una gravità assoluta, già determina in
quali comuni verranno fatti i tagli in maniera capillare. Quelli
con meno di 12mila abitanti non avranno più un euro sul Tpl, i
Comuni di Spoleto, Orvieto e Città di Castello vedranno tagliate
la metà delle risorse".
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