"Mikhail Gorbaciov credeva nel
comunismo e nella democrazia. Perdiamo un uomo che ha tentato di
cambiare la storia, ma quello che ha seminato non andrà perduto
e sarebbe importate che ciò che lui ha iniziato qualcuno lo
portasse avanti": a dirlo all'ANSA è monsignor Vincenzo Paglia,
presidente della Pontificia Accademia per la vita e già vescovo
di Terni. Città umbra dove nel 2001 il leader russo fu insignito
del premio San Valentino.
Monsignor Paglia, augurandosi che venga ripresa la linea
all'epoca dettata da Gorbaciov, morto all'età di 91 anni, fa
riferimento a quanto sta accadendo in Ucraina. "A mio avviso -
sostiene - è impossibile pensare all'Europa senza la Russia".
L'ex vescovo di Terni ricorda, poi, la circostanza che lo
portò a maturare un rapporto di amicizia con l'allora presidente
dell'Urss. "Lui - racconta - aveva un grande desiderio di
conoscere Giovanni Paolo II e così incaricò un suo consigliere
di avviare dei contatti con la Santa Sede. Durante un mio
viaggio a Mosca incontrai il consigliere e organizzammo
l'incontro tra il Santo Padre e Gorbaciov il quale da quel
colloquio rimase rapito dal pensiero sociale di Giovanni Paolo
II. Al punto che mi confidò che lui sarebbe stato sempre dalla
parte del Pontefice. Insomma, si erano capiti e si fidavano
l'uno dell'altro".
"Quando lo invitai a Terni per ricevere il premio San
Valentino non era più presidente - racconta ancora il vescovo -
e durante un suo intervento accettò di parlare proprio della
dottrina sociale di Giovanni Paolo II. Fu un momento
straordinario, come straordinari furono tutti quei giorni in cui
Gorbaciov stette in Umbria".
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