La Procura di Perugia ha chiesto
il rinvio a giudizio del sindaco di Passignano sul Trasimeno,
Sandro Pasquali, ipotizzando a suo carico il reato di truffa
aggravata (in quanto commesso ai danni del Comune) e continuata
(perché protrattasi nel tempo) in relazione ai contributi
previdenziali che gli vennero versati dopo essere stato assunto
dal gruppo regionale del Pd. E' quanto si legge in una nota
dell'Ufficio guidato da Raffaele Cantone.
La Procura ha chiesto il processo Pasquali a seguito di
indagini "particolarmente approfondite" svolte dal Nucleo di
polizia economico finanziaria della guardia di finanza,
attraverso l'acquisizione di documentazione presso la Regione
Umbria e il Comune di Passignano nonché con l'audizione di
numerose persone informate sui fatti, fra cui i responsabili ed
i dipendenti del gruppo regionale del Partito democratico. E'
emerso che Pasquali, già sindaco di Passignano, veniva assunto
nel febbraio del 2020 dallo stesso Gruppo del Pd e dopo un mese
- in base alla ricostruzione degli inquirenti -, otteneva
l'aspettativa senza stipendio, giustificando tale sua richiesta
proprio con le funzioni sindacali svolte. Con l'aspettativa -
sostiene la Procura -, Pasquali otteneva, però, il versamento
dei contributi previdenziali da parte del Comune di Passignano.
Secondo la prospettazione dell'accusa il versamento è però da
ritenersi indebito, in quanto l'instaurazione del rapporto di
lavoro è considerata fittizia e finalizzata solo a questo scopo.
Durante le indagini Pasquali ha chiesto di essere interrogato
e - si legge sempre nel comunicato della Procura - ha
rivendicato "la correttezza del suo operato, contestando
l'assunto dell'accusa sulla strumentalità dell'instaurazione del
rapporto di lavoro".
A seguito della richiesta di rinvio a giudizio il gup di
Perugia ha fissato l'udienza preliminare per il 20 dicembre
prossimo.
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