"La proposta di legge elettorale
presentata da Pd, Lega e FdI è uno schiaffo in faccia
all'Umbria. Un fatto gravissimo per il ruolo istituzionale
ricoperto dai proponenti, visto che Squarta, Meloni e Fioroni
sono i membri dell'ufficio di presidenza così come composto fino
a una settimana fa": lo afferma il capogruppo regionale del M5s,
Thomas De Luca. Secondo cui si tratta di "una proposta che
doveva essere discussa e sottoscritta dalla conferenza dei
capigruppo".
"Tra il comico e il grottesco - afferma De Luca - risulta
vedere come le polemiche causate dalle dimissioni dell'assessore
Melasecche, con conseguente spreco di 300 mila euro, siano
totalmente passate in secondo piano. Nella proposta, infatti,
che prevede l'incompatibilità tra il ruolo di assessore e quello
di consigliere, lo spreco diventa strutturale: un milione e
mezzo di euro con assessori obbligatoriamente esterni. Inoltre,
con questa legge i territori vengono totalmente cancellati. La
re-istituzione dei due collegi provinciali torna a dividere con
un tratto di penna la regione, ma con una differenza
sostanziale: la riduzione da 30 a 20 consiglieri regionali.
Mentre nelle legislature passate l'elezione di un consigliere
spoletino o folignate era la norma, con questa legge sarebbe
un'eventualità matematicamente impossibile, salvo concessione da
parte del segretario di turno. L'asse si sposta dalla qualità
della rappresentanza e dalla meritocrazia alla mera
lottizzazione politica. Discorso diverso invece per Terni,
l'Orvietano, il Narnese e l'Amerino, che vengono brutalmente
messi fuori dalla porta. Una riduzione a vere e proprie quote
per minoranze etniche così come accade nel parlamento iraniano.
Non solo la proposta di legge riduce la rappresentanza dagli
attuali sette eletti con collegio uninominale a cinque posti
riservati, ma di fatto costituisce un vero e proprio vincolo di
mandato territoriale. Che vantaggio elettorale potrebbe mai
avere, ad esempio, un consigliere eletto nel collegio perugino a
sostenere le istanze del sindaco di Otricoli? Istituire due
collegi asimmetrici è quanto di più antidemocratico e demenziale
si possa pensare. Terni viene ghettizzata e relegata a mera
appendice della Regione Umbria. Se tale legge verrà approvata
così com'è, per la Provincia di Terni come unica prospettiva
rimarrebbe quella di guardare al Lazio. Il territorio ternano
sarebbe penalizzato, ma allo stesso tempo non verrebbe certo
rafforzato il ruolo dei territori periferici della provincia
perugina. Quando sono stato interpellato dalle altre forze
politiche per conoscere il mio punto di vista rispetto a una
nuova legge elettorale, ho subito posto come 'condicio sine qua
non' per il superamento del collegio unico la suddivisione sulla
base dei collegi elettorali delle elezioni politiche. Se ci
fosse stata la volontà di garantire massima rappresentanza
territoriale, poteva essere messa sul piatto la creazione di un
terzo collegio dell'area folignate e spoletina. Ma a quanto pare
- conclude De Luca - la priorità è solo garantire più poltrone
per i politici del capoluogo di regione".
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