(ANSA) - TERNI, 4 DIC - E' entrata a regime presso l'azienda
ospedaliera Santa Maria di Terni l'Ortogeriatria, un nuovo
modello di cura e di gestione dell'anziano con frattura di
femore attraverso un approccio integrato multidisciplinare e
multiprofessionale (ortopedico, geriatrico, riabilitativo, di
nursing e sociale), capace di assicurare un percorso di
continuità assistenziale al paziente anziano pluripatologico e
fragile.
L'attività di ortogeriatria - spiega la stessa azienda -,
dopo una fase transitoria nel 2017, viene ora garantita da un
borsista geriatra e prevede, in linea con le linee guida
regionali, l'adozione di determinate pratiche
terapeutico-assistenziali definite in un modello di continuità
assistenziale: i pazienti sopra i 75 anni con frattura di
femore, garantito l'intervento entro le 48 ore, vengono
costantemente seguiti sia dall'ortopedico che dal geriatra in
tutto il post operatorio fino alla fase di dimissione.
"Non possiamo naturalmente ignorare che oltre ad essere
centro di insegnamento e di riferimento per l'alta specialità -
commenta il direttore generale del Santa Maria, Maurizio Dal
Maso - quello di Terni è anche l'unico ospedale della città e
svolge quindi anche un ruolo di ospedale di comunità. Non a
caso, in questi ultimi anni, molti dei nostri sforzi si sono
concentrati anche sulla riorganizzazione e il miglioramento
dell'attività assistenziale a pazienti anziani, cui si lega a
cascata anche la durata della degenza e di conseguenza la
disponibilità di posti letto. In una regione che registra un
indice di vecchiaia altissimo, poco distante dal record della
Liguria in Italia. Di qui l'attivazione della Lungodegenza,
aperta e completata tra il 2016 e il 2017, della Discharge room
per la fase di pre-dimissione (che non riguarda solo gli
anziani) e per ultimo del nuovo modello integrato di
Ortogeriatria".
"L'invecchiamento della popolazione - aggiunge Maria Grazia
Proietti, direttrice della struttura di Geriatria - ci costringe
a trovare nuovi approcci terapeutici e setting assistenziali. E
siccome qui in Umbria e nel ternano si può dire che vivono si
ammalano e muoiono i più vecchi di Italia, anche come azienda
ospedaliera abbiamo dovuto rimodulare nel tempo l'organizzazione
dei servizi dedicati agli anziani, per garantire un livello di
integrazione sempre migliore con i servizi sanitari territoriali
e assicurare un percorso di continuità delle cure che è
imprescindibile quando si parla di anziani con pluripatologie e
con pluriterapie, la cui assistenza non finisce con il
superamento della fase di acuzie della malattia e con un normale
ricovero ospedaliero".
Nel 2017 nel reparto di Geriatria sono stati ricoverati 961
pazienti e nel 2018 si stima un lieve incremento che farà
toccare la punta dei mille pazienti. (ANSA).