(ANSA) - TERNI, 31 MAG - Secondo un'indagine delle Usl
dell'Umbria, sette persone su 10 dichiarano di sentirsi bene
mentre la regione registra un primato per l'abitudine al fumo
con la prima sigaretta che viene fumata a 11 anni; il 25% dei
quindicenni beve alcol una volta a settimana; ottimi risultati
emergono per l'adesione agli screening oncologici. Per le
aziende sanitarie ci sono quindi "tutti gli estremi" per
calibrare gli opportuni interventi di prevenzione e promozione
della salute.
Come cambia la popolazione umbra? E qual è lo stato di salute
di umbri? sono le risposte contenute nel recente documento
redatto dalle due aziende sanitarie umbre, secondo quanto
riferisce un comunicato congiunto. Dall'analisi delle
informazioni fornite dai sistemi di sorveglianza di popolazione
riferiti a bambini, giovani, adulti e anziani, emerge che le
condizioni socio economiche degli umbri sono migliori rispetto
alla media nazionale. In particolare hanno un maggior livello di
istruzione, una maggiore occupazione lavorativa e riferiscono
minori difficoltà economiche ad arrivare a fine mese. Maggiore
anche il numero di cittadini stranieri.
Se da un lato si rileva una bassa quota di sedentari, una
maggiore attenzione al corretto uso dei seggiolini per i bambini
in auto, un'alta adesione agli screening oncologici, una maggior
quota di anziani vaccinati per l'influenza, dall'altra si rileva
un peggior stato di salute percepito nella popolazione anziana,
una maggior presenza di sintomi di depressione nell'età adulta e
anziana.
È inoltre maggiore la percentuale di anziani che riferiscono
disabilità sensoriali, prevalentemente visive, e che hanno paura
di cadere.
Anche gli stili di vita - si legge ancora nella nota - "non
sono esemplari": rispetto ai dati nazionali infatti gli umbri
presentano percentuali superiori di fumatori, di bevitori a
rischio, consumano in minor misura frutta e verdura e utilizzano
meno la cintura posteriore in auto.
Il Rapporto sulla Salute degli umbri, stilato dalla Usl
Umbria 1 e dalla Usl Umbria 2, ha preso in considerazione molti
degli aspetti che descrivono lo stato di salute: dal benessere
agli stili di vita, dal rischio cardiovascolare alla presenza di
patologie e uso di farmaci, dalla sicurezza all'adesione ai
programmi di prevenzione individuali.
"Entrando nel dettaglio - spiegano gli autori del rapporto
Carla Bietta, Servizio epidemiologia, dipartimento di
Prevenzione Usl 1, Marco Cristofori, Servizio sorveglianza e
promozione della salute, Dipartimento di prevenzione Usl 2, e
Ubaldo Bicchielli, Servizio epidemiologia Dipartimento di
Prevenzione Usl 2 - sono più soddisfatti della propria salute i
giovani, gli uomini e le persone con un livello socio-economico
più elevato. Notiamo poi che è cresciuto il numero di persone
che fa movimento. Risulta comunque sedentario un bambino su sei,
un 18-69enne su 5 e un anziano su 3. Secondo gli ultimi dati
relativi a peso e altezza resi si stima che siano in eccesso
ponderale un bambino su 3, 2 adulti su 5 e 3 anziani su 5, con
un eccesso di peso che aumenta tra le persone economicamente più
svantaggiate. Tra i bambini, il confronto nel tempo dei dati
relativi a sovrappeso e obesità mostra un trend in lenta ma
costante diminuzione, confermato anche dal livello nazionale. Il
confortevole dato è in controtendenza rispetto al resto
d'Europa".
Sulle abitudini alimentari si conferma un trend negativo per
quanto riguarda il consumo di frutta e verdura. Bambini, adulti
ed anziani infatti ne consumano prevalentemente 1 o 2 porzioni
giornaliere contro le 5 consigliate. Solamente il 2% dei bambini
e il 7% degli adulti mangia le 5 porzioni di frutta e verdura al
giorno raccomandate.
Il 25% dei quindicenni beve alcolici almeno una volta a
settimana e il consumo di alcolici inizia molto presto: già ad
11 anni un ragazzo su 20 beve almeno una volta a settimana. In
Umbria il 37% dei 18-69enni dichiara di non consumare bevande
alcoliche ma una persona su 6 ha dichiarato comportamenti che
possono essere rischiosi. In particolare l'8% è un bevitore
fuori pasto, il 3% ha un consumo abituale elevato mentre il 10%
è un bevitore binge, cioè che consuma 6 o più unità di bevande
alcoliche in una sola occasione. Si tratta di dati superiori
alla media nazionale, con un "maggior rischio" fra i giovani,
gli uomini e persone con un livello di istruzione medio alto.
Resta preoccupante anche l'abitudine al fumo e i dati
confermano che l'Umbria è la regione con il maggior numero di
fumatori. La prima sigaretta viene accesa già ad 11 anni.
Dall'indagine emerge che i ragazzi umbri che fumano almeno una
volta a settimana sono l'1% degli 11enni, il 4% dei 13enni e il
22% dei 15enni. Sembrano, inoltre, fumare più le femmine dei
maschi. Andando avanti con l'età si scopre che tra i 18 e i 69
anni un umbro su tre è fumatore mentre il 50% non fuma e il 20%
ha smesso di fumare. Il consumo medio giornaliero è di circa 12
sigarette, tuttavia un quarto dei fumatori ne utilizza più di un
pacchetto.
Nel quadriennio 2014-2017 in Umbria emerge che su 10
intervistati 2 hanno riferito una diagnosi di ipertensione, 2 di
ipercolesterolemia, 2 sono sedentari, 3 fumatori, 4 in eccesso
di peso e quasi nessuno consuma 5 porzioni di frutta o verdura
al giorno come raccomandato. Inoltre, quasi il 5% degli
intervistati ha il diabete. Complessivamente 4 persone su 10
hanno almeno 3 dei fattori di rischio cardiovascolare e solo
meno del 3% è libera dall'esposizione al rischio
cardiovascolare.
Sul fronte della prevenzione dei tumori oltre 8 donne su 10
fra i 25 e i 64 anni si sottopongono, a scopo preventivo, allo
screening del tumore della cervice uterina all'interno di
programmi organizzati o per iniziativa personale. In questo
caso, però, l'Umbria si conferma come una delle regioni più
virtuose. Ugualmente, 8 donne su 10 tra i 50 e i 64 anni ricorre
alla mammografia. Dato, anche questo, al di sopra della media
nazionale. Buona anche la prevenzione dei tumori colorettali,
cui si sottopone il 60% dei 50-69enni intervistati.
Meno frequente il ricorso alla vaccinazione antinfluenzale.
Appena il 5% dei residenti tra i 18 e i 64 anni si vaccina e
meno del 3% effettua la profilassi di prevenzione prima dei 50
anni.
Tra gli ultra 64enni la percentuale sale al 62%: al di sotto
del 75% che è la copertura raccomandata ma, comunque, al di
sopra della media nazionale. (ANSA).