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Casinò: Difesa Fosson su revocatoria, beni già intoccabili

"Donazione fatta dopo malore, nessuna volontà di depauperamento"

Nessuna volontà di depauperare il patrimonio in vista del procedimento contabile sui 140 milioni di euro di fondi regionali erogati alla Casinò de la Vallée spa, ma soltanto una "donazione fatta ai figli dopo un malore avuto nel 2016, per ottenere vantaggi fiscali in caso di decesso". E' questa la linea difensiva dell'avvocato Massimiliano Sciulli, che assiste il presidente della Regione, Antonio Fosson, nel giudizio sull'azione revocatoria avviata dalla procura della Corte dei conti.

Oggetto del contendere nell'udienza di oggi è stata la donazione, fatta da Fosson ai figli, della nuda proprietà, con riserva di usufrutto, di 10 immobili, il cui valore fiscale ammonta a 351 mila 700 euro. Quei beni, ha sottolineato Sciulli insieme all'avvocato Massimo Balì, che assiste i tre figli con il collega Luigi Busso, "sono gravati da un fondo patrimoniale fin dal 2006, come tale consolidato dal 2011". Per questo quando "ha fatto la donazione non di certo voleva spogliarsi dei propri beni per evitare" un sequestro, "perché erano già bloccati".

Tant'è che, ha sottolineato Sciulli, "i sequestri fatti sui beni gravati dai fondi patrimoniali nell'ambito dello stesso procedimento sono stati poi revocati".
L'azione revocatoria era stata avviata nel luglio scorso dall'allora procuratore della Corte dei conti Roberto Rizzi, predecessore di Massimiliano Atelli, anche nei confronti di Augusto Rollandin, Antonio Claudio Restano e Giuseppe Isabellon. Riguarda atti di disposizione del patrimonio compiuti tra il febbraio e il giugno 2017, quando cioè si erano diffuse notizie di imminenti iniziative della procura contabile nell'ambito dell'inchiesta sui fondi elargiti alla casa da gioco valdostana La pronuncia dei giudici è attesa nei prossimi mesi.


   

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