La normativa per le nomine di competenza regionale "pare privilegiare non la meritocrazia bensì la 'fedeltà alla linea', se così ci è consentito dire". Lo scrive il gup del tribunale di Aosta Luca Fadda nelle motivazioni della sentenza con cui, il 13 maggio scorso, ha assolto dall'accusa di turbata libertà del procedimento di scelta del contraente "perché il fatto non sussiste" l'ex presidente della Regione Valle d'Aosta Augusto Rollandin, l'ex presidente di Finaosta Massimo Leveque e l'ex assessore al Bilancio Ego Perron.
Per il giudice la nomina di Leveque si pone "assolutamente al di fuori della nozione di 'gara' delineata dalla Suprema Corte nel proprio indirizzo giurisprudenziale consolidato". Basti notare che, nella legge regionale sulle nomine, "l'unico requisito indicato dall'articolo 4 per il presidente, il vicepresidente, l'amministratore delegato di società è il 'possesso di diploma di laurea, ovvero una esperienza almeno quinquennale nel settore'!", scrive il giudice.
In questo senso, il provvedimento dirigenziale che riguarda la nomina del presidente di Finaosta "è - scrive il giudice - privo di precisi criteri di selezione e sostanzialmente rimesso alla valutazione fiduciaria dell'organo competente". Quindi il "sistema di nomina resta cristallizzato nelle disposizioni" della legge regionale (11/1997), da cui emerge un "carattere assolutamente discrezionale". Per il gup non può "concordarsi con la tesi della procura, secondo cui 'se Rollandin e Perron avessero potuto nominare fiduciariamente Leveque, certo lo avrebbero fatto ma così non è stato perché la scelta del presidente, in quanto contraente privato, doveva necessariamente passare attraverso una procedura di selezione prodromica rispetto alla nomina assembleare".
Un'affermazione che "da un lato si scontra con la giurisprudenza della Suprema corte in tema di appalti a 'trattativa privata'" per cui "il delitto di turbativa d'asta non viene ritenuto sussistente; dall'altro, dalle intercettazioni telefoniche confermate nelle sommarie informazioni del signor La Torre, è del tutto chiaro che il problema che si poneva non era quello della nomina, bensì della eventuale mancata accettazione da parte del candidato stesso". Per ciascuno dei tre imputati la richiesta del pm Luca Ceccanti era stata di due anni di reclusione e 600 euro di multa. Secondo la procura - che sta valutando se ricorrere in appello - nel marzo 2015, prima che fosse pubblicato il bando per la nomina del presidente, Rollandin (difeso dagli avvocati Carlo Federico Grosso e Andrea Balducci) e Perron (avvocato Corinne Margueret) ne avevano comunicato il contenuto a Leveque (avvocato Maria Rita Bagalà), assicurandogli che il compenso di 31.500 euro annui previsto sarebbe stato aumentato a 100.000: Leveque ne aveva richiesti almeno 80.000.