"Gli ultimi decreti mettono definitivamente una pietra tombale su questa stagione invernale, gli albergatori di montagna si mettano il cuore in pace e lascino chiuse le proprie strutture per tutto l'inverno". E' quanto dichiara all'ANSA Filippo Gérard, presidente dell'Associazione degli albergatori Valle d'Aosta.
"In questa situazione siamo costretti a dare un consiglio paradossale ai colleghi che sono così disperati che vorrebbero aprire a tutti i costi, ma la disperazione offusca la ragione: state fermi, rimanete chiusi, fate i conti, se si apre aumentano solo le spese di gestione senza possibilità di clientela", spiega Gérard.
"Bisogna mettersi il cuore in pace e considerare questa stagione come cancellata - prosegue il presidente dell'associazione degli albergatori della Valle d'Aosta - perché chiunque oggi voglia aprire a queste condizioni apre con una perdita; pensiamo piuttosto a come ripartire, a Pasqua o in estate".
Secondo Gérard "ci sono tuttavia rarissime eccezioni come le piccole strutture in autogestione oppure in località come Breuil Cervinia dove, se si aprisse a febbraio, lo sci potrebbe andare avanti fino a maggio". In base ai calcoli dell'Adava "mediamente la perdita generata da un albergo chiuso è di 10 mila euro al mese, in caso di apertura ce ne rimetti almeno 30-40 mila, se va bene", aggiunge Gérard. "Finché non c'è la zona bianca e la possibilità di spostamento tra regioni - spiega - non c'è futuro per il turismo in montagna".
Adava, ristori necessari perché aziende siano vive per ripartenza - "La montagna ha bisogno di ristori affinché le aziende possano arrivare vive nel momento in cui ci sarà la ripartenza, altrimenti sarà un'ecatombe di aziende e di posti di lavoro". E' questa la richiesta degli albergatori valdostani a fonte di una stagione invernale che molto probabilmente non partirà. "Dobbiamo essere consapevoli - spiega Filippo Gérard, presidente dell'Adava - che questa situazione finirà e quando ripartirà dobbiamo essere pronti".
L'Associazione ha chiesto in un incontro alla Giunta regionale di farsi "portavoce con il governo della posizione della montagna che è la più penalizzata rispetto ad altre realtà: nel nostro caso tutta l'economia è condizionata dalla arrivo gente fuori valle". Secondo Gérard "la situazione in cui ci troviamo è inedita, non era mai successo prima che gli alberghi fanno debiti per restare chiusi: non vogliamo fare profitto e utile con i ristori, ma bisogna avere urgentemente i ristori per coprire le spese alle quali non ci possiamo sottrarre dalla chiusura".
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