Esercitando il diritto di prelazione, con un'offerta sull'avviso di vendita con pubblico incanto, la Cogne Acciai Speciali si è aggiudicata l'asta per l'acquisto dello storico palazzo direzionale di proprietà di Vallée d'Aoste Structure.
Si "consolida un rapporto proficuo e duraturo tra noi e la Cogne Acciai Speciali", commenta l'amministratore unico di Vda Structure, Henri Calza.
L'operazione, spiega il presidente della Cas, Giuseppe Marzorati, permette "da un lato di consolidare la nostra immagine sul territorio e, dall'altro, di realizzare una serie di importanti progetti con impatto sulla città e sulla fabbrica che, altrimenti, non sarebbero stati realizzabili".
Il contratto di locazione del palazzo di direzione era frutto di una scrittura privata, separata dal contratto di locazione dell'area industriale - in essere sino al 2038 e rinnovabile di altri 30 anni - e poneva dei vincoli rispetto agli interventi strutturali.
Considerata di "interesse storico-architettonico", la struttura - lunga 76 metri ed alta 19 - risale agli anni '20 del 1900 e si sviluppa su tre piani oltre un sottotetto. I circa 3.500 metri quadrati di superficie abitabile ospitano un centinaio di locali tra uffici, sale riunioni e spazi comuni.
"In particolare, - aggiunge Marzorati -, prevediamo di ripristinare la facciata ridando il giusto pregio a questo edificio da sempre simbolo della Cogne. Inoltre, interverremo sugli spazi interni rendendoli più adatti all'attuale organizzazione del lavoro. Infine, completeremo il recupero di una parte del palazzo già destinato ad ospitare le classi e i laboratori della neonata Cogne Industrial School. Naturalmente, tutto questo avrà un impatto ancora più positivo se si inserirà all'interno di un piano di riqualificazione di tutta la porzione di via Paravera che fiancheggia lo stabilimento e la ferrovia.
In tal senso, abbiamo già comunicato alla Regione e al Comune di Aosta la nostra disponibilità a partecipare a tavoli di lavoro congiunti".
"Considero questo un grande passo - dice il sindaco di Aosta, Gianni Nuti -, non solo per integrare esteticamente l'insediamento industriale e la città, ma anche per inaugurare una forma di collaborazione sistematica" tra pubblico e privato.
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