"Rispetto all'Italia l'approccio qui è diverso. La vita sociale è rimasta uguale, bar e ristoranti sono aperti e pieni di clienti, la gente continua a vivere normalmente. La spiagge sono state riaperte, e lì nessuno mette la mascherina". Luca Bich, regista di Aosta e direttore del Cervino cinemountain filmfestival, da dicembre si è trasferito con la famiglia a Rio de Janeiro (la compagna è funzionario del Ministero degli Esteri francese) e racconta i primi mesi di vita brasiliana durante l'emergenza Covid.
"Devo dire - aggiunge - che quasi tutti rispettano le misure di contenimento, ovvero distanze, mascherina e igienizzazione delle mani. Tranne i poveri che vivono in strada. Fino a Pasqua la vita si è svolta normalmente, in spiaggia c'erano pure delle feste. Poi c'è stato il coprifuoco per 15 giorni quando la situazione è precipitata. Adesso siamo tornati come prima, tutto è aperto. Tranne la scuola".
"La sensazione è che la gente abbia maturato la consapevolezza che Bolsonaro ha sottovalutato la gravità della pandemia, per non dire che l'ha negata. Cominciano a protestare, cresce il malessere. Durante il suo ultimo discorso molte persone si sono affacciate sui balconi, hanno cominciato a sbattere le pentole e a urlare 'assassino' al presidente. La previsione di oltre mezzo milione di morti per il Covid ha avuto un forte effetto sull'opinione pubblica". Inoltre "la campagna vaccinale procede a rilento" e "gli ospedali sono pieni". "Ci sono molti morti anche nelle fasce abbienti della popolazione - spiega Bich - e questo fa aumentare ancora di più la preoccupazione tra la gente. Il turismo è fermo ma bar e ristoranti restano aperti, anche perché qui non ci sono ristori o sono minimi".
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