"Fino al 2013 in Valle d'Aosta il problema della governabilità non era mai esistito, non c'erano mai state crisi se non quella del 1966 e il ribaltone del 1990. Dal 2013 al 2018 si sono succedute sei giunte, in quella successiva è stato ancora peggio". Lo ha detto Piero Lucat, già dirigente regionale e studioso della tematica elettorale, durante la conferenza sull'elezione diretta del presidente organizzata dal Comitato per la riforma elettorale, in una gremita sala della Bccv di Aosta. "Ora il problema della legge regionale si pone - ha proseguito - è un mezzo per garantire la stabilità del governo". Fra le questioni dibattute quella del fatto che il presidente della Vda abbia anche funzioni prefettizie "unico in Italia, ma si tratta di funzioni molte delle quali sono assegnati qui ai questori", ha aggiunto Lucat.
"In Valle abbiamo avuto un uomo solo al comando per tanto tempo senza che ci fosse l'elezione diretta".
Durante la conferenza il professore di diritto costituzionale dell'Università di Firenze, Giovanni Tarli Barbieri, ha fatto una panoramica sulle valutazioni della dottrina rispetto all'elezione diretta del presidente, in vigore in tutte le Regioni di Italia, eccetto la Valle d'Aosta, dal 2001. "Fra gli aspetti positivi viene sottolineata una stabilità maggiore e una maggioranza che tiene - ha detto -, in sostanza ha garantito l'assenza di ribaltoni", fra gli aspetti negativi "il fatto che tutto si concentri troppo sul vertice e il rischio che opporsi al capo porti alle sue dimissioni". In questi 20 anni "è mancata la previsione di contrappesi che avrebbero potuto essere inseriti negli statuti".
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