"Alcuni docenti che rientreranno domani a scuola hanno già annunciato la decisione di fare ricorso, perché equiparati al personale inidoneo all'insegnamento e di conseguenza vincolati a un contratto di 36 ore lontani dalle classi". Lo spiega Alessia Démé, sindacalista della Cisl, in merito al reintegro, a partire da domani, dei docenti "no vax" sospesi nei mesi scorsi per non aver rispettato l'obbligo vaccinale. Il decreto legge prevede che siano equiparati al personale inidoneo all'insegnamento: non potranno cioè stare in classe ma saranno impiegati in altre mansioni (che dovranno stabilire i dirigenti scolastici) lontano dagli alunni.
Il personale inidoneo - generalmente persone fragili che non possono sostenere le lezioni in classe - ha un contratto a 36 ore, mentre una cattedra piena alle superiori, per esempio, è a 18 ore.
"In generale - dice Démé - questo decreto legge è una vera e propria bomba sulla scuola. Già c'erano forti tensioni fra personale vaccinato con tre dosi e personale a casa senza stipendio, ora si rischiano altre fratture sociali, difficili da rimarginare". Le norme del "decreto sono molto ambigue, speriamo che in sede di conversione si ponga rimedio".
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