La Corte costituzionale ha dichiarato incostituzionale parte della normativa regionale in materia di nomina del direttore sanitario e del direttore amministrativo dell'azienda Usl della Valle d'Aosta. Era stata la presidenza del Consiglio dei ministri ad impugnare alcuni articoli della legge regionale 31 del 9 novembre 2021.
"La genericità della previsione regionale, che consente - scrivono i giudici costituzionali - all'organo politico (la giunta regionale), in occasione dell'avviso pubblico relativo a ogni nomina, di indicare ulteriori requisiti non predefiniti, per quanto genericamente ancorati a 'competenza' o 'carriera', non solo altera l'uniformità di disciplina richiesta dal sistema, ma, per il margine di discrezionalità riconosciuto, sottopone la nomina del direttore amministrativo e del direttore sanitario al rischio del condizionamento politico, così vanificando le finalità perseguite dal legislatore statale".
E' inoltre stata dichiarata illegittima la previsione secondo cui la "composizione della commissione per la nomina del direttore amministrativo e del direttore sanitario debba includere anche un dirigente apicale della Regione o di altra amministrazione". La commissione infatti, afferma la Consulta rifacendosi alla disposizione statale, deve essere formata da "tre esperti di qualificate istituzioni scientifiche o universitarie". In questo senso, la normativa statale ha la "finalità di circoscrivere la scelta dei dirigenti tra i candidati in possesso di comprovati titoli e capacità professionali, allo scopo di affrancare la dirigenza sanitaria da condizionamenti di carattere politico e di privilegiare criteri di selezione che assicurino effettive capacità gestionali e un'elevata qualità manageriale".
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