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Il Laser è vivo e olimpico, ma quale Laser sarà?

TUTTE LE DECISIONI (E LE DIETROLOGIE) DEL MID YEAR WORLD SAILING

Responsabilità editoriale Saily.it

Council, le decisioni chiave: Laser confermato olimpico 2024, le speranze di RS Aero infrante da una maggioranza schiacciante. Ora ILCA (malconcia) e LP (rafforzato) devono accordarsi per forza: gli scenari. A sorpresa RSX non confermato: il Windsurf 2024 sarà scelto con altri trials (vincono gli atleti). Promossa (per ora) la nuova Governance senza Council. I conti restano in rosso. E sullo sfondo due burrasche: l'Antitrust che avanza adagio, e l'Ethic Commission che puo' ancora annullare la Keelboat! Ecco come...

 

di Fabio Colivicchi

Il piccolo grande mondo della vela mondiale ha vissuto il weekend di ordinaria fibrillazione tra noncuranza e attese spasmodiche. Chi ha ragione? Le decisioni di World Sailing, e il suo stesso modo di operare, importano davvero i velisti? O riguardano solo un ristretto gruppo di addetti ai lavori e aziende interessate? Vere entrambe le cose. Chi sta decidendo che barca comprare per se o per un figlio, ha le idee più chiare. Ma andiamo con ordine.

1. IL LASER RESTA OLIMPICO, MA... - Il Council è partito da un voto sulla recomandation dell'Equipment che era in favore dell'RSAero, rigettandola. A quel punto anche il report dell'Evaluation sui Trials di Valencia è diventato carta straccia o quasi, e si è rivotato sulle quattro barche in lizza. Qui, come peraltro previsto e forse inevitabile, ha stravinto il Laser. Il suo concept, la sua storia, la sua universalità, i suoi numeri nel mondo. Schiacciante maggioranza: Laser 36-Aero 5 (maschi), Laser 37-Aero 4 (femmine). D Zero e Melges 14 non hanno avuto voti. In sala presente in forze il cantiere RS Sailing, evidentemente il sogno olimpico per loro è stato reale, ci hanno lavorato e creduto.

Mentre nel mondo si festeggiava lo scampato pericolo e la conferma del Laser olimpico 2024, quindi il salvataggio della logica di filiera che parte dal 4.7 e passa per il Radial, è apparso chiaro però che la partita non è chiusa del tutto, adesso parte infatti l'ora del chiarimento interno. ILCA, l'associazione internazionale di classe, paradossalmente è indebolita dal risultato. Non è probabilmente il finale che auspicavano, avrebbero preferito che lo status olimpico fosse assegnato all'ILCA Dinghy, il nuovo nome che hanno annunciato solo poche settimane fa. Tutte le loro mosse negli ultimi mesi sono andate in quella direzione.

Il Council è fin troppo consapevole della manovra. Forse qualcuno all'interno era persino coinvolto, ma alla fine ci si è resi conto - e vale anche per Tracy Usher e Eric Faust, presidente e segretario di ILCA - che si era perso il controllo, mettendo a rischio l'intero universo Laser e con esso una fetta enorme della vela sportiva e olimpica. Il Council ha votato il "Laser", non altri nomi. Anche se alcune minute fanno riferimento a Laser/ILCA, nelle carte ufficiali i ruoli cono chiari: ILCA è l'associazione di classe, Laser è l'equipment, scelto per correre le Olimpiadi. E Laser, come noto, è un trademark di cui è titolare LaserPerformance. E adesso?

Adesso ILCA e LP, insieme a Performance Australia e Giappone, dovranno trovare un accordo di mediazione, e la posizione di forza stavolta è dalla parte di LP. Mercoledi 22 maggio ci sarà un incontro per provare a trovare questo accordo. Forse non si riuscirà subito, ma l'epilogo è obbligato. Una rottura continuata tra ILCA (ILCA Dinghy) e LaserPerformance (Laser) farebbe saltare ancora il tavolo e non conviene a nessuno. La novità, rispetto a prima, è che LP si è detta pronta ad accordarsi con World Sailing sulle famose regole FRAND (l'acronimo antimonopolistico che sta per "Fair, Reasonable, and Non-Discriminatory terms), quindi aprendo a controlli e ad altri builder. Vuole farlo con World Sailing e non con ILCA, a meno che questa non fornisca precise garanzie.

ILCA (International Laser Class Association) è insomma con le orecchie basse in questa fase. E non è affatto improbabile un cambio della dirigenza, anche anticipato. In tal senso premono in molti: da Eurilca, che riunisce le associazioni Laser europee (il 70% degli utenti), all'Asia, agli arabi. E lo stesso Kim Andersen, presidente di World Sailing. Insomma nell'accordo che verrà potrebbero essere indicate anche le teste che devono cadere. Se l'accordo non si fa, se continua la rottura, il terremoto butterà tutti giù per terra. I tempi? Un paio di mesi al massimo. Anche perchè WS ha chiarito che tutte le classi under review (come il Laser) devono chiudere i rispettivi accordi FRAND (Anti-Trust) completi entro il 1° agosto 2019 oppure un'altra classe sarà selezionata per quell'evento... Chi aveva dubbi se e dove comprare un Laser oggi è più tranquillo.

2. ADDIO RSX, IL WINDSURF CAMBIA? - Il Council ha confermato la indicazioni dell'Equipment sulla scelta del Kite, nonchè sull'indicazione della classe 470 quale equipment per la classe doppia mista 2024.

A sorpresa invece, il Council ha rigettato la raccomandazione dell'Equipment che voleva confermare subito il windsurf RSX. Sulla spinta molto forte di un movimento di opinione degli atleti o ex atleti di RSX, che hanno scritto al Council spiegando le loro ragioni (in altra parte del portale pubblichiamo quella della medaglia d'oro in carica l'olandese Van Rijsselberghe), alla fine il Council si è piegato, e ha deciso che il windsurf olimpico 2024 sarà scelto con dei Trials da destinarsi. In corsa già ci sono un paio di tavole, compresa una foil, ma si attendono parecchie proposte. Sarà interessante. Intanto, anche in questo caso c'è una classe che esce con le ossa rotte.

3. OFFSHORE KEELBOAT DOPPIO MISTO: POLEMICA APERTA - Sulla classe d'altomare per coppie miste, che divide profondamente il mondo velico, continuano i confronti serrati. L'ultima questione (l'avevamo anticipata tempo fa) è lo slittamento della decisione sul tipo di barca che sarà usata a Marsiglia 2024. C'è una vera sollevazione contro questa strana decisione, che fa veramente pensare a un tentativo dei francesi di favorire un costruttore del loro paese. Ma ci sono ragioni tecniche importanti sul tavolo. Ne parliamo in un altro articolo.

4. GOVERNANCE E BILANCIO - Alle accuse, non velate ma sfacciate, di alcuni membri del Council sulla situazione economica disastrata, da WS arrivano risposte evasive. La situazione sarebbe delicata ma sotto controllo, e la banca avrebbe acconsentito a estendere il credito, in attesa che nel prossimo anno arrivino i contributi del CIO. Di fatto il "buco" esiste, ma l'attuale gestione vorrebbe chiuderlo lasciandolo in eredità ai successori.

Non solo: a chi arriverà vogliono far trovare anche una World Sailing tutta nuova, grazie al piano di riforma della Governance (l'organizzazione e i processi decisionali dell'ente) presentato in pompamagna a Londra da una società di consulenza esterna. Il punto più evidente è l'eliminazione del Council, ultimo (teorico) baluardo di democrazia o di controllo delle nazioni sull'operato del vertice. Teorico perchè saldamente nelle mani del Board che lo controlla al 60%. E infatti il Council ha dato il via libera, per alzata di mano e senza effetti vincolanti, ma solo per procedere con l'approfondimento dello studio e i passi successivi verso l'approvazione e l'attuazione. Il Council che saluta se stesso. Questa l'immagine emblematica del Mid Year di World Sailing.

5. LE BOMBE ANCORA INESPLOSE - Restano da disinnescare due bombe: una è la nota questione antitrust, che procede avanti adagio, ma non si ferma (testimoni riportano dialoghi di componenti del Board che dicono "Abbiamo seri problemi con l'Antitrust") e tiene in allarme l'ente, i suoi uomini, come si è visto influenza le decisioni attuali e lo farà anche su quelle future.

L'altra bomba al confronto è piccola, ma puo' fare più danni dell'altra. Il 30 maggio si riunirà l'Ethic Commission di WS per valutare e decidere sul famoso voto contestato di Sarasota, nel quale fu decisa la Offshore Keelboat. All'indomani di quella riunione, quattro membri del Council riferirono che i propri voti erano stati travisati o erroneamente registrati. La questione è finita sul tavolo della Ethic, che ha un presidente molto, molto ingombrante: Ng Ser Miang, Singapore, ex atleta, diplomatico e imprenditore, ex vicepresidente di World Sailing, oggi vicepresidente nientemeno che del CIO, di cui è anche tesoriere, mai tenero (anzi) nei confronti di Kim Andersen. La sua commissione il 30 maggio potrebbe decidere che quel voto è invalido e va ripetuto. Significherebbe che tutto l'ambaradam messo in piedi per la classe a chiglia offshore torna in frigorifero, almeno fino a nuovo pronunciamento del Council....

Responsabilità editoriale di Saily.it