Decine di bed and breakfast e appartamenti in affitto per turisti in pieno centro di Venezia erano completamente sconosciuti al fisco e operavano senza alcuna autorizzazione. Li hanno scoperti gli uomini della Guardia di finanza e quelli della Polizia municipale, che hanno eseguito un centinaio di perquisizioni.
In soli sette mesi, da quando è scattata l'operazione 'Venice journey' della Guardia di finanza e della polizia locale di Venezia, sono stati scoperti un centinaio di Bed&Breakfast che hanno evaso, perché completamente sconosciuti al fisco, almeno due milioni di euro, 200 mila euro di Iva e 120 mila euro di tassa di soggiorno. Secondo quanto riferito dai finanzieri e dai vigili, i titolari dei b&b, italiani e stranieri, potrebbero aver goduto anche dei contributi della legge Speciale per Venezia per fare lavori ma soprattutto hanno omesso le segnalazioni di legge alla Questura per l'antimafia e il terrorismo. I titolari dei b&b - tutte strutture scoperte nel centro storico - si sono già visti comminare sanzioni per 50mila euro ma i controlli proseguono su una rete di tremila alloggi e a quelli controllati ora, ne seguiranno almeno altri mille nell'immediato. Significativo, per gli investigatori, il fatto che si sia riusciti a individuare dal titolare di un singolo immobile fino a chi ne gestiva 30, creando di fatto una vera e propria rete pseudo alberghiera illegale che attraverso internet arrivava a offrire ospitalità per tariffe medie intorno ai 208 euro a notte.
L'indagine era iniziata nel settembre del 2015. Per riuscire ad individuare le strutture che operavano senza autorizzazione, gli specialisti della Gdf hanno creato un programma, denominato 'Domus network', che consente di analizzare in maniera sistematica ed incrociare le offerte di appartamenti e B&B per turisti presenti sulle principali piattaforme internet. L'indagine ha consentito di scoprire strutture non in regola anche in altre città italiane.