"La battaglia delle donne è una battaglia di questo governo". Parola del M5s che gioca d'anticipo rispetto al Congresso delle famiglie di Verona che inizia il 29 marzo - appoggiato dalla Lega e al quale non prenderà parte nessun parlamentare del Movimento - presentando un pacchetto di misure antiviolenza rivolto a donne e minori. E se il messaggio della distanza siderale all'interno della stessa maggioranza non fosse ancora chiaro, il leader Luigi Di Maio attacca nuovamente i partecipanti al meeting parlando di "negazionisti del femminicidio", mentre Matteo Salvini aveva annunciato che sarà tra i relatori. Una battaglia tutta politica che nelle ultime ore ha assunto contorni ancora più netti e rischia di creare un problema tra i due alleati di governo, col M5s che cerca di smarcarsi dall'ingombrante presenza della Lega.
Di fronte alle 123 donne uccise nel 2019 in Italia, il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede presenta le norme che prevedono un inasprimento delle pene, la tutela dei centri antiviolenza, l'introduzione di un nuovo reato che punisce fino a 14 anni di carcere chi sfregia una donna in modo permanente, l'allontanamento della vittima dalla casa in cui è avvenuta la violenza.
"La tolleranza zero non basta - ha tuonato Bonafede - Ma non passa solo attraverso il diritto penale la tutela delle donne, è necessario un segnale culturale", frase che sembra fare riferimento proprio all'evento di Verona e ai suoi partecipanti: "In un convegno di quel tipo, non andrei mai - ha detto il ministro in un'intervista a Repubblica - perché considerando alcuni ospiti mi pare che le lancette dell'orologio sulla concezione della donna vengono spostate indietro di qualche secolo. E in un momento come questo invece le istituzioni e gli uomini delle istituzioni devono dare un segnale completamente diverso".
Segnale che è arrivato sotto le sembianze del pacchetto antiviolenza, appunto. Ma l'organizzatore del Family day veneto, Massimo Gandolfini, si scaglia contro le critiche di oscurantismo mosse da diversi schieramenti politici e associazioni: "La vostra macchina del fango verrà smentita dai fatti. Il mondo italiano presente al congresso non dirà proprio nulla che sia contrario alla nostra Costituzione. Sono completamente false, pretestuose e prive di ogni fondamento le affermazioni che vorrebbero il congresso una sorta di palcoscenico per imposizioni ideologiche contro la donna, ridotta in schiavitù da uomini brutti, sporchi e cattivi".
A scagliarsi contro l'evento anche l'associazione Famiglie Arcobaleno: "E' una vergogna che combatteremo in piazza il 30 marzo. È quella la nostra testimonianza, a fianco delle femministe, degli attivisti Lgbt+, dei difensori dei diritti civili e di tutti coloro che credono in un Paese più inclusivo e giusto".