"Sebbene la puntualità dei
pagamenti rimanga ancora una questione irrisolta, con i suoi 140
mld di euro di commesse all'anno (circa l'8% del Pil), la nostra
Pa è la principale cliente di una parte importante delle imprese
italiane, circa un milione". Lo rileva la Cgia la quale ricorda
che "dopo la sentenza di condanna emessa dalla Corte di
giustizia 'Ue nel gennaio scorso corriamo il pericolo di pagare
una maximulta da 2 mld ?". Il dubbio è emerso dalle
dichiarazioni rilasciate da esperti che hanno sostenuto che i
sistematici ritardi nei pagamenti della Pa potrebbero far
scattare una sanzione europea come quella ricevuta per le quote
latte. Tutto questo, comunque, potrà essere evitato se lo Stato
italiano metterà fine a questa cattiva abitudine. Ipotesi, vista
la crisi di liquidità post-Covid, che sta colpendo anche lo
Stato e le sue articolazioni periferiche, pare essere
difficilmente perseguibile, almeno per il 2020. "Sebbene
Eurostat dice che i debiti commerciali di sola parte corrente
siano negli ultimi 4 anni in costante aumento, sfiorando nel
2019 i 50 mld - spiega Paolo Zabeo - i ritardi nei pagamenti
della PA continuano ad essere un malcostume molto diffuso in
Italia".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA