S' intitola The right way ed è
testimonianza del teatro esperienziale la performance,
nell'ambito della Biennale Teatro di Venezia, di Daniele
Bartolini, artista toscano trapiantato da un decennio a Toronto
(Canada). Lo spettacolo, che affronta temi di scottante
attualità attraverso la partecipazione attiva del pubblico, ha
inizio il 15 settembre nella Sala delle Colonne della Biennale e
va avanti ogni giorno fino al 21 settembre dalle 10.00 alle
20.00, scandendo una performance ogni mezz'ora. Un teatro
modellato sullo spettatore e dallo spettatore, una partitura che
muta a seconda dell'interprete-pubblico. Così, The right way è
parte di una serie intitolata A Spectators' Odyssey e si
focalizza sui contro-effetti del politically correct, ovvero
"come auto-censurarsi senza quasi accorgersene".
Fatto accomodare in un letto e dotato di cuffie VR, "lo
spettatore verrà invitato ad addormentarsi con quelli che spesso
sono i pensieri, le visioni, le paure e le incertezze che mi
appartengono - dichiara Bartolini -. Questo stato di pre-sonno
ha un ruolo chiave: questo è l'universo di cui lo spettatore fa
esperienza, il momento nel quale si sta per addormentarsi e si
pianifica la giornata successiva, il momento nel quale da
artista si riesaminano le idee in quella fase semi-cosciente in
cui i pensieri si fanno frammentati, dove le associazioni di
pensiero si fanno fitte e veloci. Un coach metterà fine al
riposo del protagonista/spettatore, lo riporterà alle sue
responsabilità lavorative. C'è da lavorare adesso, da agire, da
filmare… da battere il primo ciak". Coadiuvano in scena Daniele
Bartolini i performer Maddalena Vallecchi Williams, Michele
Smith e Dean Gilmour.
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