Il terzo trimestre 2020 ha segnato
un rimbalzo del 21% delle aziende del Trentino-A.A., del 14% dei
distretti Veneti e del 12% del Friuli V.G (15% medio Italia). Lo
rileva il Monitor dei distretti industriali del Triveneto di
Intesa Sanpaolo. Alla chiusura degli impianti produttivi nel
Triveneto si è sommata anche la crisi nei principali mercati di
interscambio, interrompendo le catene di fornitura e impoverendo
la domanda dall' estero. Nel I semestre 2020, l' export ha
subito una contrazione del -14,4% (-15,3% Italia) per una una
perdita di 6,3 miliardi di euro. Il calo è stato diffuso a gran
parte dei settori, tranne l'agroalimentare e la farmaceutica ed
altri settori ad alta o medio-alta tecnologia (elettronica,
cantieristica e aerospazio, chimica, gomma e plastica). I
distretti del Triveneto, che esportano il 37% del manifatturiero
totale, dopo aver toccato un valore di minimo nel II trim.
(-31,3%) hanno chiuso il semestre con -18,5%, (-19,9% Italia)
grazie alla miglior tenuta dei distretti del Trentino (-13,3%)
sostenuti dal comparto agroalimentare. Nei distretti del sistema
moda, i più penalizzati, si sono più che dimezzati i valori del
2/o trimestre e più di un terzo su base semestrale, mentre la
filiera della pelle ha tenuto meglio grazie al balzo di inizio
anno della Concia di Arzignano. Gli unici distretti con un segno
più sono stati quelli dell'agroalimentare (+4,2%), anche se il
rallentamento del canale dell'Ho.re.ca ha segnato -3,8% nel
semestre. La metalmeccanica e il sistema casa hanno perso nel
semestre circa un sesto delle esportazioni rispetto al 2019
(-16,6% la metalmeccanica e -17,1% il sistema casa), con segnali
di ripresa nei mesi estivi. I poli tecnologici hanno riportato
un bilancio semestrale in lieve incremento, grazie ai Poli ICT
di Trieste e del Veneto.
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