Nel mese di novembre in Veneto si
è registrato un saldo occupazionale negativo per circa 2.350
posizioni, un dato molto simile a quello dello scorso anno
(-2.648), effetto di 31.791 assunzioni (-22%) e 34.135
cessazioni (-21%). Il dato emerge dalla "Bussola" di Veneto
Lavoro, ente regionale per il monitoraggio delle politiche
occupazionali.
Il saldo dell'intero periodo gennaio-novembre 2020 risulta
positivo, +20.180 posizioni lavorative, ma molto inferiore a
quello registrato nel corrispondente periodo del 2019 (+50.966).
Dal confronto tra i due saldi, deriva la stima della perdita
occupazionale complessiva determinata dalla pandemia da
Covid-19, che tra mancate assunzioni e rapporti di lavoro
cessati ammonta dunque a circa 37.000 posti di lavoro.
Il risultato - prosegue Veneto Lavoro - è frutto del forte
calo delle assunzioni (fino a -47% durante il primo lockdown) e
della conseguente diminuzione anche delle cessazioni,
soprattutto dei contratti a tempo determinato venuti a mancare
in maniera prevalente nei settori legati al turismo. Nel periodo
compreso tra gennaio e ottobre, le giornate lavorate con
contratti a termine sono state complessivamente 45 milioni, 12
milioni in meno rispetto al corrispondente periodo del 2019.
Sul fronte delle assunzioni le più penalizzate risultano le
donne (-26%) e i giovani (-28%), categorie molto coinvolte nel
lavoro stagionale. Il turismo è il settore più colpito, nel
quale si concentra il 39% della perdita occupazionale
complessiva, pari a circa 14.000 posizioni. Perdite
significative, nell'arco del 2020, si registrano anche nel
metalmeccanico (-5.000), nella logistica (-3.300), nel commercio
all'ingrosso (-2.200) e al dettaglio (-2.100) e nell'occhialeria
(-1.400).
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