(ANSA) - VENEZIA, 05 MAR - L'ipotesi ventilata da alcuni
giorni dal Presidente Luca Zaia diventa realtà: lunedì il Veneto
alza il suo livello di rischio pandemico e cambia colore da
giallo ad arancione. Ad annunciarlo è lo stesso Governatore.
"Siamo zona arancione, me l'ha confermato il ministro e posso
dirlo - spiega iniziando la conferenza stampa -. Il dato che ci
'spara' in arancione - aggiunge - è l'esempio della velocità del
virus".
Le cifre del report sulla diffusione del contagio vedono
superare l'asticella dei 1.500 nuovi positivi (esattamente
1.505) e 25 decessi nelle ultime 24 ore. In due giorni la
regione ha registrato quasi 3.000 positivi in più. Il totale
degli infetti dall'inizio dell'epidemia sale a 339.742, quello
dei morti a 9.936. A preoccupare è anche l'incremento dei
ricoveri ordinari , a quota 1.206 malati (+4), mentre nelle
terapie intensive i pazienti sono 153 (-3).
Sorveglianza massima soprattutto rispetto ai casi che
coinvolgono insegnanti e alunni in presenza. "Siamo stati
attaccati sulle scuole, ma sta succedendo quel che avevamo
detto: le scuole vengono chiuse - sottolinea Zaia, ricordando la
decisione della Regione di bloccare l'accesso alle aule - E'
inutile piangere davanti alle tragedie, meglio prevenire.
Eravamo chiamati zotici per voler chiudere le scuole, ma siamo
davanti a un fatto sanitario doppiamente grave".
A conferma della pericolosità di diffusione del Covid tra gli
studenti i dati forniti oggi dal nuovo direttore generale
dell'Ulss 3 Serenissima, Edgardo Contato. Dodici classi nel
territorio veneziano sono state interessate da casi di
coronavirus nella giornata di ieri. Una cifra che porta a 50 le
classi attualmente legate a casi positivi in tutta l'area di
competenza, con alunni dagli 0 ai 18 anni. "Tra dicembre e
gennaio - rileva - con la chiusura delle scuole il problema si è
praticamente azzerato e rispetto a quel un calo progressivo ora
assistiamo ad una ripresa".
L'unica strada percorribile per 'spegnere' i focolai è
ricorrere ad una vaccinazione quanto più ampia possibile in
tempi ristretti. Nel vertice delle Regioni con il nuovo
commissario, ricorda Zaia, "ci è stato confermato che l'arrivo
di vaccini a marzo sarà importante, almeno pari a quello di
gennaio e febbraio".
In più il Veneto conta di sfruttare ancora meglio le dosi.
"Se ne possono fare sette dosi per fiala Pfizer, e noi le
faremo" annuncia, precisando che sono state inviate indicazioni
dettagliate alle Ulss dal dg della sanità regionale Luciano
Flor. "Se ne fanno sette se si può, non con gli 'avanzi' delle
boccette, ma con la siringa di precisione - conclude Zaia -. Se
ci sono obiezioni non ce ne frega niente, i vaccini sono nostri
e lo facciamo". (ANSA).