"In Italia è necessario pagare di
più i ricercatori universitari, e in questo deve contribuire
anche lo Stato". E' questo il monito lanciato oggi, nell'ambito
del Festival del Futuro 2021, a Vicenza, da Laura Dalla Vecchia,
presidente della locale Confindustria.. Un evento, tenutosi
nella sede del Municipio di Vicenza, incentrato sul tema "Next
generation e nuove competenze: i futuri modelli di lavoro" . Due
le tavole rotonde proposte, la prima, sul tema "Il mondo del
lavoro cambia: come cambiano le competenze?" la seconda su
"Giovani e lavoro: nuovi orientamenti e nuovi valori". Un
parterre con numerosi imprenditori ei rappresentanti sindacali.
All'incontro, moderato dal direttore de Il Giornale di Vicenza,
Luca Ancetti, hanno portato i saluti il sindaco di Vicenza,
Francesco Rucco, e Matteo Monta, amministratore delegato del
Gruppo editoriale Athesis, organizzatore del Festival, del
Futuro che celebrerà la terza edizione a Verona dal 18 al 20
novembre 2021.
Tornando sul tema del lavoro e della meritocrazia, Dalla
Vecchia ha sostenuto che "è impensabile che un ricercatore
universitario possa pensare di andare avanti tutta la vita con
uno stipendio inferiore ai mille euro, è una stortura del nostro
sistema. Bisogna trovare delle soluzioni se si vuole che
rimangano e non vadano all'estero. E' una figura fondamentale,
di cui abbiamo bisogno, per la crescita delle università ma
anche delle aziende sul territorio, è un valore che va
riconosciuto e pagato dignitosamente".
Per Dalla Vecchia è fondamentale il coinvolgimento dei
giovani anche nelle strategie future: "Nel momento in cui
vengono ridisegnati i modelli di lavoro - ha precisato - è
necessario farli partecipare al dibattito, visto che saranno i
protagonisti tra 10-15 anni. Con loro bisognerà ripensare un
nuovo modo di lavorare: ai giovani, banalmente, piace imparare,
non è più sufficiente la promessa di diventare capoufficio. Per
questo devono essere ingaggiati, magari per creare dei gruppi di
lavoro impegnati sulla ricerca e sviluppo".
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