Fu la 'madre' delle catastrofi
italiane la grande alluvione del '51 in Polesine, che il 14
novembre di 70 anni fa, con la rotta del Po a Malcantone di
Occhiobello, travolse due terzi del territorio rodigino,
provocando 100 morti, oltre alla distruzione di 700 case, e
200mila senzatetto. Il ricordo della tragedia - il cui simbolo
resta il 'camion della morte' , inghiottito dall'acqua a
Frassinelle, nel quale persero 84 fuggiaschi - rivive in
questi giorni in tante iniziative culturali che riportano alla
luce fotografie e testimonianze, ma danno conto anche del grande
lavoro con provincia Polesana riuscì a rialzarsi.
All'Accademia dei Concordi rdi Rovigo oggi si è aperrta una
mostra dedicata alle mappe storiche raffiguranti il "Governo
delle acque in Polesine fra XVI e XVIII secolo"., mentre la
prossima settimana (venerdì) gli spazi del Museo di Grandi fiumi
a Rovigo si apriranno per ospitare una rassegna fotografica sui
maggiori interventi svolti in quest decessi sul territorio
dall'Agenzia Interregionale per il Po (Aipo), con un seminario
che farà il punto sulla sicurezza idraulica. E' già in corso a
Palazzo Roncale a Rovigo, e rimarrà aperta fino al 31 gennaio,
invece l'interessante mostra fotografica "70 anni dopo. La
Grande Alluvione".
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