L'idea di intitolare lo Stadio
Olimpico a Paolo Rossi, bomber del trionfale Mondiale del 1982
scomparso un anno fa, desta dubbi nella Capitale. L'ordine del
giorno che chiede di intestare a "Pablito" l'impianto sportivo
di Roma è stato approvato di recente alla Camera con 387 voti a
favore, ma - nonostante l'unanime apprezzamento per
l'indimenticato campione - in città ha raccolto diverse
perplessità, sui social tra i tifosi di Roma e Lazio, ma anche
in Campidoglio. Da ultimo è stato l'assessore capitolino allo
Sport, Alessandro Onorato, a dirsi apertamente contrario: "Non
c'era nessun bisogno di mettere una grande figura come quella di
Paolo Rossi al centro di un dibattito costante come questo e mi
permetto di dire che non c'è nessun bisogno di cambiare nome
allo Stadio Olimpico".
Onorato parla di "approccio da colonialismo su Roma". E
durante un intervento in radio, si domanda: "Vi pare normale che
il Parlamento debba decidere il nome da dare allo stadio della
città di Roma? Al massimo se ne dovrebbe occupare il Comune. Con
il sindaco Gualteri avevamo deciso di non entrare in questa
vicenda, ma visto che mi avete fatto la domanda - chiarisce nel
corso dell'intervista - direi che forse è il caso d'intitolargli
lo stadio di qualche altra squadra dove Paolo Rossi ha militato
e in questo modo ricordare una figura che tutti abbiamo amato.
Il nome Stadio Olimpico è stupendo, ci ricorda le Olimpiadi del
1960 e ce lo teniamo stretto". Rossi, precisa il titolare dello
sport della Capitale, è "un grande campione che tutti abbiamo
amato ma che ha militato in sei squadre del nord e che a Roma ha
giocato soltanto in trasferta".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA