Un'operazione antidroga della
polizia di Padova, coordinata dalla Dda di Venezia, contro
un'associazione per delinquere gestita da tunisini ha portato
all'esecuzione di un provvedimento restrittivo per 21 persone
che vivono tra Padova e provincia. La Squadra Mobile ha
accertato che i componenti l'associazione acquistavano partite
di cocaina e hashish che venivano vendute ad una vasta e stabile
cerchia di clienti (oltre 230 quelli verificati). L'indagine è
iniziata nel 2018 dopo il ferimento a Padova di un tunisino,
aggressione che risultò collegata ad altri analoghi episodi,
verificatisi nello stesso giorno: un tentato omicidio
all'Arcella; altri due accoltellamenti in un'altra zona di
Padova. Le aggressioni erano parte di una "spedizione punitiva",
inserite in una "escalation" di scontri e rappresaglie
riconducibili a una "guerra" tra bande rivali di spacciatori
tunisini per il controllo del territorio. Tra gennaio e febbraio
2019 vi furono altre risse dove i contendenti si erano
affrontati con mazze, spranghe, coltelli, machete e "bombole" di
gas lacrimogeno. Nel frattempo la polizia aveva ricostruito il
ruolo di ognuno nell' organizzazione e ad individuare la rete
dei clienti. I capi erano due fratelli tunisini i quali avevano
coinvolto e 'arruolato' anche altri familiari (i propri genitori
e fratelli), e reclutato numerosi altri associati, alcuni fatti
giungere in Italia dalla Tunisia. Inoltre furono cooptati vari
spacciatori, integrandoli nell'associazione. Chi sgarrava veniva
estromesso dal gruppo e, in casi più gravi, punito severamente.
Parte del guadagno dello spaccio era speso per l'acquisto di
altra droga o reinvestito all'estero. Tra il 2018 e il 2019 uno
degli indagati ha mandato centinaia di migliaia di euro in
Tunisia per l'acquisto di beni immobili ed attività commerciali.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA