La Procura di Venezia prosegue nel
più stretto riserbo l'indagine sull'ipotesi di alterazione dei
reperti biologici sul caso di Yara Gambirasio, denunciata da
Massimo Bossetti.
I magistrati di Bergamo, in accordo con la Corte d'Assise
orobica, avevano trasmesso per competenza, nel giugno 2021, ai
colleghi dell'ufficio di Venezia gli atti "per le opportune
valutazioni", dopo la denuncia alla difesa del muratore di
Mapello.
Nel fascicolo - come scrive il Corriere del Veneto -
risultano indagati dalla Procura lagunare il presidente della
prima sezione penale del tribunale di Bergamo, Giovanni Petillo,
e una funzionaria, Laura Epis, responsabile dell'Ufficio corpi
di reato. Entrambi avevano ricevuto anche l'avviso di proroga
dell'indagine, per le ipotesi di frode in processo e
depistaggio.
L'indagine, secondo quanto si apprende, sarebbe prossima alla
chiusura. Nessun commento in proposito dal procuratore aggiunto
Adelchi D'Ippolito, titolare del fascicolo, che nei mesi scorsi
aveva ascoltato come testimoni i titolari dell'accusa al
processo per l'omicidio della 13enne Yara e alcuni
investigatori. La difesa di Bossetti si era già vista respingere
nel 2021 la richiesta di riesaminare i reperti confiscati dopo
la sentenza definitiva, in particolare le tracce di Dna.
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