C'era anche una maglia viola nel
borsone che custodiva il cadavere della donna, ancora senza
identità, affiorato due giorni fa nelle acque del Po, vicino ad
Occhiobello (Rovigo). Una maglia di tessuto, senza paillettes,
come invece riportavano in queste ore alcune indiscrezioni sulla
stampa. A trovare la sacca, molto capiente, sono stati lunedì
mattina due tecnici dell'Aipo (agenzia interregionale per il
fiume Po). "La borsa - ha riferito il tecnico Aipo, Davide
Martini - era strappata, mi sono avvicinato, ho visto della
pelle e ho subito chiamato i carabinieri, arrivati dieci muniti
dopo. La pelle era diventata gialla".
I primi esami medico legali hanno confermato che il corpo,
trovato mutilato e privo della testa, è quello di una donna
giovane, forse neppure trentenne, con pelle di carnagione
chiara. Lo stato di conservazione dei resti chiusi nella sacca
ha consentito al medico legale di stabilire che la data
dell'omicidio risalirebbe ad un intervallo che va da una a tre
settimane dalla data del ritrovamento. Il magistrato sta
attendendo che sia ricavato il Dna della vittima, per
incrociarlo con le banche dati delle forze dell'ordine, nella
speranza che si trovi l'identità della donna.
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