Anish Kapoor è il primo artista
britannico a essere celebrato dalle Gallerie dell'Accademia di
Venezia e da Palazzo Manfrin con una mostra, in concomitanza con
la 59/a Esposizione Internazionale d'Arte della Biennale di
Venezia, da domani al 9 ottobre 2022. Il curatore è lo storico
dell'arte Taco Dibbits, direttore del Rijksmuseum di Amsterdam.
L'esposizione, che comprende 60 opere, ha un carattere
retrospettivo, presentando i momenti chiave della carriera
dell'artista accanto ad un nuovo corpo di lavori inediti. Per la
prima volta sono esposte le nuove opere, fortemente innovative,
create utilizzando la nanotecnologia del carbonio, così come i
recenti dipinti e le sculture che testimoniano la vitalità e la
spinta visionaria dell'attuale produzione artistica di Kapoor.
Questa interazione tra scienza e arte ha creato opere che si
collocano all'interno del secolare linguaggio della pittura che,
insieme a installazioni come Shooting into the Corner
(2008-2009) e ai nuovi dipinti, entrano in un complesso dialogo
con la collezione storica delle Gallerie dell'Accademia.
Forse, più esplicitamente che mai, questa mostra guarda a un
linguaggio interiore che è sempre stato centrale nella pratica
di Kapoor. In Pregnant White Within Me (2022) l'architettura
delle Gallerie si dilata, suggerendo una ridefinizione dei
confini tra corpo, edificio ed essere. Lungo tutta la mostra le
opere di Kapoor assorbono ed estendono lo spazio all'interno e
intorno a loro in regni inquietanti, trasformando le sale delle
Gallerie dell'Accademia in luoghi magici - andando oltre
l'esposizione di oggetti.
La duplice mostra continua con Mount Moriah at the Gate of the
Ghetto (2022) che capovolge il mondo all'ingresso di Palazzo
Manfrin, cui appartenevano originariamente alcuni dei più
celebri dipinti oggi conservati all'interno della collezione
permanente delle Gallerie dell'Accademia. Questa massa pendente
conduce i visitatori, attraverso le sale del palazzo in corso di
restauro, lungo un percorso che propone opere eseguite nel corso
dell'intera carriera dell'artista: dal trittico dipinto Internal
Objects in Three Parts (2013- 2015) a opere come White Sand, Red
Millet, Many Flowers (1982). Una serie di opere specchianti
invertono e distorcono lo spettatore. Cielo, inferno, terra e
mare sono evocati ad esempio in Turning Water Into Mirror, Blood
into Sky (2003) e Destierro (2017), un'epica azione di
sovvertimento. L'installazione centrale Symphony for a Beloved
Sun (2013) sommerge l'edificio storico nel colore primordiale e
nelle questioni della vita e della morte.
Palazzo Manfrin fu acquistato nel 1788 dal conte Girolamo
Manfrin, ricco commerciante di tabacco, il quale aveva
trasformato il primo piano dell'edificio in una galleria d'arte
divenuta, velocemente, una delle maggiori attrazioni turistiche
di Venezia, visitata, tra gli altri, da Antonio Canova, Lord
Byron, John Ruskin ed Edouard Manet. Quando, intorno alla metà
dell'Ottocento, dopo la morte di Manfrin le opere della
collezione furono vendute, il patrimonio delle Gallerie
dell'Accademia si arricchì di ventuno dipinti tra i quali La
Tempesta e La Vecchia di Giorgione, oltre a opere di Andrea
Mantegna, Hans Memling, Nicolò di Pietro, Girolamo Savoldo e
Moretto.
Il settecentesco Palazzo Manfrin, rimasto vuoto per diversi
anni, è stato recentemente acquistato dalla Anish Kapoor
Foundation. Il Palazzo è oggetto di un radicale progetto di
restauro guidato dall'architetto Giulia Foscari-Una studio,
sviluppato in collaborazione con Fwr associati.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA