A fronte dell'impennata dei prezzi
dei carburanti registrata in questo ultimo anno, l'unica
soluzione praticabile è quella di introdurre un tetto temporaneo
al prezzo alla pompa, anche per il gas. Lo sostiene l'Ufficio
studi della Cgia di Mestre.
Il decreto taglia accise che ha ridotto per legge di 25
centesimi al litro il prezzo alla pompa di benzina e diesel -
precisa l'associazione artigiana - è stato ormai abbondantemente
"neutralizzato": i rincari, infatti, hanno ormai "incorporato"
lo sconto. "Questa misura che scade il prossimo 8 luglio -
commenta il direttore dell'Ufficio studi, Paolo Zabeo - va
nuovamente prorogata e accompagnata dall'introduzione di un
price cap su benzina e diesel, almeno fino alla fine della
prossima estate. Un provvedimento, quest'ultimo, che deve essere
approvato a livello nazionale. Bruxelles infatti, così come per
il gas, non sembra essere particolarmente sensibile
all'introduzione di queste misure di mitigazione del caro
energia".
In attesa che l'Agenzia delle Entrate consenta alle imprese
di autotrasporto di recuperare una parte delle accise sui
carburanti dei mezzi pesanti, anche i taxisti, gli
autonoleggiatori con conducente (Ncc), i bus operator, gli
agenti di commercio e i piccoli trasportatori sono allo stremo.
Per queste categorie il carburante incide per il 30% circa sui
costi di gestione totali. Inoltre solo poco più dell'8% degli
autocarri immatricolati in Italia ha una massa complessiva
superiore alle 7,5 tonnellate (346.482 autocarri), peso oltre il
quale il proprietario beneficia di un parziale rimborso delle
accise sul gasolio; il rimanente 92% circa dei veicoli
(3.908.524) non gode di alcun sconto.
"Senza alcun aiuto - precisa la Cgia - questi operatori
economici rischiano il fermo, come è stato costretto a farlo
nelle settimane scorse il settore della pesca, sempre a causa
del caro gasolio".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA