Nell'anno educativo 2020/21, solo
il 10% degli asili pubblici e privati (per i bambini tra 0 e 3
anni) ha dovuto sospendere l'attività dell'intero servizio per
casi di Covid-19. Nel 27% dei casi l'attività è stata sospesa
solo per singole sezioni, o 'bolle', che sono state organizzate
e mantenute indipendenti proprio per gestire i contagi senza
compromettere la continuità del servizio, mentre negli altri
casi non ci sono state interruzioni.
Lo rivela un'indagine su 1.346 strutture educative italiane
condotta dall'Università Ca' Foscari Venezia e dall'Istat, su
impulso del Dipartimento per le politiche della famiglia della
Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Dalla ricerca emerge che gli asili si sono dovuti adattare,
in particolare, adeguando spazi (93%), formando il personale
(92%), attivando canali straordinari di contatto con le famiglie
(72%) e anche assumendo nuovo personale (51%).
Per l'85% delle strutture tutto questo ha significato anche un
aumento dei costi. Tuttavia, una su tre non ha ricevuto
contributi straordinari dallo Stato, dalle Regioni o dai Comuni
per far fronte alle nuove necessità organizzative.
Intanto, le famiglie hanno ridotto le iscrizioni rispetto
all'anno precedente, oppure preferito tenere i bimbi a casa nel
corso dell'anno. Gli iscritti sono calati nel 39% delle
strutture, mentre il 27% ha registrato un calo dei frequentanti
in corso d'anno.
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