Si inaugura con Saburo Teshigawara
il 16/o Festival Internazionale di Danza Contemporanea della
Biennale di Venezia, secondo diretto dal coreografo britannico
Wayne McGregor, che per l'occasione ha messo a punto un
programma Boundary-less, senza confini. Venerdì 22 luglio, al
Teatro Malibran il Leone d'oro alla carriera Saburo Teshigawara
presenta in prima mondiale Petrouchka (ore 20.00).
Sempre venerdì inaugurano due eventi che saranno visibili
lungo tutto l'arco del Festival, dal 22 al 31 luglio. Si tratta
di Fields, l'installazione scenica dell'artista digitale Tobias
Gremmler e della mostra fotografica dedicata alla Biennale Danza
2021 di Indigo Lewin, rispettivamente nelle Sale d'Armi E ed A
dell'Arsenale (ore 11.00 e ore 14.00)
Saburo Teshigawara si ispira a un classico come Petrouchka,
opera del trittico Stravinskij-Djagilev-Nižinskij che
rivoluzionò la scena europea più di un secolo fa, per operare la
sua rivoluzione.
Al centro della riflessione del coreografo e artista
giapponese Saburo Teshigawara è la bellezza, quella nascosta,
sentita negli attimi più bui, nei momenti di sofferenza e di
disperazione. Spiega Teshigawara: "Percepiamo la bellezza quando
i fenomeni, la materia e gli esseri viventi vengono proiettati
sui nostri 'occhi della disperazione', mostrandoci attraverso il
loro movimento misterioso una bellezza che va oltre la nostra
normale comprensione. Credo che lo 'sconforto' sia ciò che ci dà
forza". Il burattino Petrouchka perde i suoi limiti di
fantoccio, supera i confini del corpo per incarnare uno stato
d'animo e svelarlo in tutte le sue sfaccettature più remote. Ad
affiancare Saburo Teshigawara sul palcoscenico è la danzatrice
Rihoko Sato, da quasi trent'anni interprete e assistente di
tanti lavori dell'artista giapponese.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA