E' stato autorizzato a
presentarsi in Tribunale a Pordenone senza braccialetto
elettronico per assistere all'udienza in cui la Procura ha
chiesto per lui 11 anni e 8 mesi di reclusione, ma non ha più
fatto rientro nell'abitazione, in cui era ai domiciliari, ed è
evaso. E' accaduto a Pordenone e ne dà notizia la locale
Procura.
Il protagonista della vicenda è un cittadino marocchino di 38
anni, domiciliato a Treviso che ha riportato in Italia, dal
2007, 6 condanne definitive per reati di spaccio di
stupefacente, ricettazione e resistenza a pubblico ufficiale.
Complessivamente, i giudici di Brescia, Treviso, Venezia e
Padova gli hanno inflitto 15 anni e mesi 6 di reclusione. Il 16
settembre 2021, l'uomo, dopo avere scontato un periodo di
detenzione, è stato nuovamente arrestato dalla Polizia di
Pordenone, sempre per spaccio di sostanza stupefacente a seguito
di un'ordinanza di custodia cautelare da parte del Gip del
locale Tribunale, poco prima che riuscisse a fuggire in Spagna.
Meno di un mese dopo il Tribunale del riesame, pur ritenendo
sussistenti i gravi indizi di colpevolezza, lo ha collocato agli
arresti domiciliari con braccialetto elettronico a Treviso.
Due giorni fa, si è celebrato il processo, con rito
abbreviato, durante il quale, vista la gravità dei fatti, il
numero delle contestazioni (31 capi di imputazione) e la sua
recidivazione specifica, sono stati chiesti quasi 12 anni di
reclusione e una multa di 52 mila euro. "L'uomo, presente in
aula - fa sapere una nota della Procura -, in quanto autorizzato
dal Giudice ad assentarsi fino alle 24 di quel giorno e, quindi,
con allarme disattivato, di fronte alla pesante richiesta di
condanna del Pm è rimasto imperturbabile. Il giorno stesso,
alle 22, la moglie ha avvertito la Questura di Treviso che il
marito non era rientrato a casa e allo stato il soggetto può
dirsi evaso".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA