(ANSA) - VENEZIA, 11 APR - Le conseguenze della guerra in
Ucraina sul mondo del vino parlano di una revisione al ribasso
di quasi 3 punti nel biennio 2022-'23 nella crescita della
domanda mondiale del settore. Ma gli effetti sul lato degli
approvvigionamenti (costi, e disponibilità effettiva) sono
ancora più stringenti.
Sono alcune delle difficoltà messe in evidenza dlallo studio
"Stress test: il vino italiano alla prova congiunturale" curato
Banco Bpm e Prometeia , presentato al Vinitaly di Verona.
L'impatto del conflitto scatenato dalla Russia va insomma
al di la' della fisiologica sottrazione di spazi di mercato nei
due paesi coinvolti (340 milioni di euro esportati nell'ultimo
anno in Russia e Ucraina, con Piemonte e Veneto le regioni più
esposte), ma pesa sulla fiducia globale sui costi delle imprese.
Nell'ultimo mese è proseguita una dinamica inflattiva degli
input strategici per il settore, confermando un trend già attivo
nel 2021. Dopo lo shock proveniente dall'est, le previsioni
Prometeia per l'anno in corso stimano un aumento a doppia cifra
per le commodity come l'energia, materiali d'imballaggio,
fertilizzanti.
Nonostante i due shock, uno di domanda e uno di offerta, il
fatturato delle imprese, afferma lo studio, si manterrà in
crescita sia nell'anno in corso (+ 2,5% i volumi) sia nel 2023
(+1,6%). La sfida sarà legata alla marginalità, attesa stabile
nell'anno in corso, rispetto a un potenziale di pieno recupero
dei livelli pre-pandemia stimato fino a prima dell'invasione
russa. (ANSA).