"Occorre sostenere un comparto
d'eccellenza dell'agricoltura regionale, sempre più minacciato
dai cambiamenti climatici e da un'importazione di prodotto di
diversa qualità che danneggia il lavoro delle imprese": è quanto
sottolinea Coldiretti Umbria che, in occasione della Giornata
mondiale delle api che quest'anno si festeggia il 20 maggio, ha
promosso lo scorso week end, la smielatura dal vivo fatta dagli
apicoltori e degustazioni rivolte ad adulti e bambini, per far
conoscere l'importanza della "bee economy".
"Anche quest'anno la stagione si preannuncia complessa -
afferma in una nota di Coldiretti Umbria Luca Galli, apicoltore
di Corciano e consigliere nazionale Associazione Coldiretti Api
- per un clima che non facilita la vita negli alveari mettendo
in difficoltà il sostentamento delle api, con una primavera
ancora lontana dalle sue condizioni ideali. Un trend, quello di
una difficile produzione, che purtroppo continua da diversi anni
per gli apicoltori umbri - prosegue Galli - che si trovano ad
affrontare le bizzarrie climatiche, ma anche l'arrivo di miele
proveniente dall'estero proposto a prezzi concorrenziali, ma
sicuramente di qualità diversa".
Nelle campagne umbre, secondo elaborazioni Coldiretti su dati
dell'anagrafe nazionale zootecnica, sono presenti oltre 42 mila
alveari, con più di 2.000 sciami, per 3276 attività, di cui 576
professionali, per una produzione annuale di circa 400
tonnellate. Umbria che può contare su varie tipologie di ottima
qualità, dal millefiori a quelli di castagno, sulla, trifoglio e
di acacia, solo per citarne alcune. Le api - ricorda Coldiretti
- sono soprattutto un indicatore dello stato di salute
dell'ambiente e servono al lavoro degli agricoltori con
l'impollinazione dei fiori. In media una singola ape - precisa
Coldiretti - visita in genere circa 7000 fiori al giorno e ci
vogliono quattro milioni di esplorazioni floreali per produrre
un chilogrammo di miele.
Per puntare alla qualità, il consiglio di Coldiretti è quello di
verificare con attenzione l'origine in etichetta oppure
rivolgersi direttamente ai produttori nelle aziende agricole,
negli agriturismi o nei mercati di Campagna Amica.
Intanto, come richiesto da Coldiretti - sottolinea Albano
Agabiti, Presidente Coldiretti Umbria - la nuova Direttiva
europea Breakfast contrasterà con maggiore efficacia le
importazioni di miele adulterato con un'etichettatura più chiara
e completa: nel caso di miscele, l'etichetta includerà anche la
percentuale per ciascun Paese di provenienza. Una novità
importante rispetto a una situazione dove l'import sleale di
prodotto di scarsa qualità e a prezzi stracciati dall'estero,
sta affossando il miele italiano, con oltre 25 milioni di chili
di prodotto straniero che hanno varcato i confini nazionali nel
2023 ed un aumento delle importazioni del 23% nel 2024".
"Un ulteriore passo verso la trasparenza - ribadisce Agabiti
- che va ora completato introducendo il principio di
reciprocità, per evitare che nel nostro Paese arrivi miele
prodotto secondo modalità vietate in Europa, garantendo il
rispetto delle stesse regole in materia di sicurezza alimentare,
qualità e tutela dell'ambiente e dei diritti dei lavoratori.
Proprio per portare l'Ue a cambiare direzione nelle politiche di
tutela dei cittadini la Coldiretti ha lanciato dal Brennero -
ricorda Agabiti - una grande mobilitazione per raccogliere un
milione di firme per rendere obbligatoria l'indicazione
dell'origine in etichetta su tutti i prodotti alimentari in
commercio nell'Unione. Una mobilitazione che potrà essere
sostenuta firmando in tutti i mercati contadini di Campagna
Amica e negli uffici Coldiretti e promossa anche sui social
media con l'hashtag #nofakeinitaly".
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