"La battaglia giuridica per
rendere giustizia e indennizzi alle vittime dell'occupazione
nazista in Italia dura da più di 20 anni: capisco si cerchi un
giusto riconoscimento per le vittime, ma più dura questo
processo più diventa difficile soddisfare uno dei bisogni
centrali dei loro familiari: il riconoscimento immediato del
tragico vissuto. Quei traumi esistono, e vanno riconosciuti
specie da parte di chi li ha causati. Per fortuna, il nazismo in
Germania non esiste più, e quasi tutti gli autori di massacri
sono scomparsi: è dalla Germania comunque che ci si aspetta un
riconoscimento della colpa". E' l'opinione di Lutz Klinkhammer,
storico di fama mondiale, da anni in Italia, responsabile per la
storia contemporanea dell'Istituto Storico Germanico di Roma,
autore di libri sulla Resistenza e l'occupazione tedesca in
Italia durante la seconda Guerra Mondiale.
Klinkhammer esprime seppur in modo personale un parere
generale della cultura germanica sui fatti di guerra e nello
specifico dell'Eccidio di Pientransieri, quando il 21 novembre
1943 i tedeschi uccisero 128 innocenti. Tutto ciò dopo il
pignoramento dei terreni di Villa Vigoni, stabilito da una
sentenza del tribunale di Sulmona. Si tratta della più grave
tragedia del centrosud, paragonabile a S.Anna di Stazzena o
Marzabotto.
"La via giuridica dopo 76 anni è controversa - spiega
Klinkhammer - la Corte dell'Aia si è espressa diversamente dalla
Corte Costituzionale italiana, ma il problema è più ampio: ci
sono contrasti interni tra organi dello stesso Stato italiano
sulla valutazione giuridico-politica degli indennizzi, e più
vanno avanti i processi più gli eredi delle vittime rimangono
delusi. Ne ho incontrati tanti che trasmettono la loro voglia di
parlare di quei fatti, di riconoscere il loro vissuto
biografico. Loro vogliono che la Germania riconosca il danno
causato. In effetti la Germania lo ha già fatto, col
finanziamento all'Atlante delle Stragi assieme agli istituti
della Resistenza e Anpi. Nessun negazionismo nei confronti delle
stragi, anzi pieno riconoscimento dei fatti. Per questo motivo
ci sono i finanziamenti ai progetti che ricordano le vittime. A
prescindere dalla via giuridica".
Per lo storico tedesco la strada da seguire è un altra. "Più
rapidi e consoni sono i Progetti della Memoria, i Parchi locali,
dove le vittime vengono ricordate. In Abruzzo il Modello Onna
per esempio, o il Parco di Montesole, di S.Anna di Stazzema: la
Repubblica Federale, per non negare le sue responsabilità, ha
contribuito al funzionamento di alcuni luoghi della memoria,
però si muove non solo lo stato, che finanzia anche in Germania
memoriali, musei e centri di documentazione dove c'erano i campi
nazisti, ma pure la società civile. Da noi ci sono cittadini che
cercano gli eredi dei lavoratori coatti italiani per mettere
magari delle pietre di inciampo nei loro comuni. Per
Pietransieri Roccaraso io penso che la cosa migliore sia appunto
un Parco della Memoria, produrre cultura e un luogo di incontro
nazionale e internazionale. Credo che la Germania non avrebbe
niente in contrario a co-finanziarlo. Il risarcimento monetario
è stato bloccato dal tribunale dell'Aia per non aprire un vaso
di Pandora. L'applicazione di questa sentenza è ancora materia
di discussione nei tribunali. Ma se Roccaraso presentasse un
progetto, credo che la Germania vi contribuirebbe'', conclude lo
storico tedesco.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA