Per il M5S pescarese il progetto
della Nuova/Grande Pescara è "la più grande fusione nella storia
tra Comuni in Italia'', e quindi un grave errore è stato
commesso quando "non si è alzato il mirino chiedendo allo Stato
interventi ad hoc, norme nella Finanziaria, fondi specifici:
andava superata l'idea della sola legge regionale, andava fatto
capire che siamo dei pionieri e invece siamo nelle mani di una
classe dirigente locale che non solo non lo ha capito, ma che si
sta rivelando non all'altezza". Lo dice all'ANSA Erika
Alessandrini in merito al progetto di una nuova città adriatica
con l'accorpamento di Pescara, Montesilvano e Spoltore.
Per Alessandrini non vanno dimenticati "i tentativi del
deputato Colletti di far inserire due emendamenti per fondi
specifici in finanziaria, mentre qui non solo si rischia il
commissariamento, ma è palese l'inadeguatezza dei politici
locali, che sono il vero ostacolo a questo progetto. Avresti
potuto essere un modello di fusione, e invece non c'è
lungimiranza: avresti dovuto avere un contatto diretto con Roma,
quando per esempio nel caso del debito di Pescara c'è stato ed è
andato in porto positivamente. La responsabilità maggiore di
tutto questo è del Pd di D'Alfonso. E' stata gestita malissimo,
si sono persi cinque anni. Prima il Pd di Dalfy era contrario,
poi è diventato favorevole, all'ultimo giorno...".
E quindi per il M5S ne è venuta fuori "una brutta legge, che
non dice come vanno fatte le cose, nessuno sa cosa fare e come
fare. E' voluto tutto questo? In più il senatore D'Alfonso è
sparito. Ecco, lui elettoralmente non poteva negare il
referendum, e si mettano in testa tutti che se si rifà il
referendum, vince di nuovo la fusione".
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