Alla ripresa delle attività va
garantita la possibilità che le aziende continuino ad
avvalersene) C'è una platea di circa 10mila abruzzesi che
nell'emergenza Covid-19 è finita nel dimenticatoio: i
tirocinanti, esclusi da ogni forma di sostegno pubblico al
reddito previsto invece per altre categorie sociali, come
imprese, lavoratori o famiglie. Un problema che al momento della
ripresa delle attività potrebbe penalizzare il mondo delle
imprese, che utilizzano ormai esclusivamente questo percorso per
scegliere i propri futuri dipendenti. A sollevare il caso è il
sistema delle Agenzie per il lavoro della Cna Abruzzo, che
ricordano come le imprese che ospitano tirocinanti stiano
patendo un'altra penalizzazione: i mancati rimborsi, dovuti
dalla Regione, alle aziende che hanno utilizzato uno dei bandi
più gettonati, "Garanzia lavoro", voluto dall'Unione europea per
favorire l'assunzione di disoccupati. Una misura per la quale
sono previste risorse ingenti, per cui sono stati attivati
moltissimi percorsi formativi, per cui le aziende hanno
anticipato fondi e inviato da mesi la documentazione richiesta,
ma che nonostante ciò la Regione Abruzzo non ha ancora
provveduto a liquidare.
La proposta delle Apl della Cna, per aiutare le imprese
interessate, e i tirocinanti con loro, si sintetizza in quattro
punti: prevedere anche per i tirocinanti forme minime di
ammortizzatori sociali, come previsto da altre Regioni; dare un
contributo alle aziende che li utilizzano, da impiegare per la
messa in sicurezza dei luoghi di lavoro alla ripresa delle
attività; fissare un bonus per il tutoraggio aziendale, visto e
considerato che alla ripresa delle attività il percorso di
formazione dovrà in pratica ricominciare da capo; valutare la
possibilità di estendere la platea dei partecipanti anche ai
professionisti abilitati. «Attualmente - spiega il responsabile
della struttura di Pescara, Massimo Renzetti - in Abruzzo i
tirocini sono stati sospesi a partire dall'11 marzo scorso fino
al 3 maggio prossimo, e comunque fino alla definitiva
sospensione delle misure emergenziali e restrittive adottate dal
Governo. Allo stato attuale nessun tirocinante percepisce alcuna
indennità, se non quella di marzo 2020 per i primi 11 giorni
lavorati, riproporzionata rispetto ai 600 euro standard di
indennità».
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