Il restauro della Basilica di Collemaggio ''luogo simbolo della città dell'Aquila, ha richiesto un intervento importante e un'accurata fase preliminare di studio e conoscenza, e complesse lavorazioni di consolidamento, ricostruzione e restauro concluse in soli due anni''. A spiegarlo è la Soprintendente dell'Aquila, Alessandra Vittorini. ''La progettazione si è svolta con il supporto di autorevoli esperti di tre Atenei italiani: Politecnico di Milano, "Sapienza" Università di Roma, e Università dell'Aquila coordinati rispettivamente da Stefano Della Torre, Giovanni Carbonara e Dante Galeota''.
''I pilastri polilobati crollati - aggiunge Vittorini - sono stati ricostruiti utilizzando i blocchi lapidei recuperati dalle macerie. I pilastri ottagonali della navata sono stati rinforzati smontando e riassemblando quelli irreparabilmente danneggiati, sostituendo solo i blocchi gravemente compromessi e inserendo barre filettate di rinforzo. Gli archi, le pareti e la copertura del transetto crollati sono stati interamente ricostruiti. Il pavimento danneggiato dal crollo e dal peso dei detriti è stato accuratamente ricomposto. L'organo barocco, distrutto dal crollo del transetto e meticolosamente restaurato, è stato ricollocato al suo posto; anche gli affreschi, risalenti ai secoli XIII-XV, sono stati restaurati, come anche gli altari in marmo e gli stucchi barocchi delle cappelle laterali''.
"E' un restauro - sottolinea la Soprintendente - che ha visto non solo l'applicazione delle più avanzate metodologie di conservazione, ma anche la considerazione costante del ruolo simbolico e identitario che la Basilica occupa nel contesto della città dell'Aquila''. "Questo importante riconoscimento è il premio a un lavoro corale, a una sfida difficile vinta grazie all'impegno di molti, che desidero oggi ringraziare per un lavoro di squadra prezioso ed efficace: le Istituzioni, lo sponsor, gli Atenei, gli uffici, i tanti tecnici che hanno operato nel restauro e tutte le maestranze del cantiere. Una sfida che ha restituito alla città il suo simbolo di arte e di fede. E' una tappa fondamentale del recupero di tutto il patrimonio culturale cittadino - conclude Alessandra Vittorini - che, giorno dopo giorno va ricomponendo la sua immagine in un quadro straordinario e sorprendente. Dopo la recente iscrizione della Perdonanza Celestiniana nella Lista del patrimonio immateriale UNESCO, oggi il recupero della Basilica, "casa" della Perdonanza da oltre sette secoli, viene riconosciuto come un esempio europeo di "buona pratica": un restauro scientifico e rigoroso, capace di costruire coesione e appartenenza della comunità, elemento trainante della rinascita post sisma. È a tutti i protagonisti di questo straordinario percorso di ricostruzione - della Basilica, ma anche dell'intera città - che dedichiamo questo premio".
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