"Si trattò di un intervento doveroso,
che rientra nelle competenze del Csm, svolto esclusivamente a
tutela dell'indipendenza della magistratura dagli altri poteri
dello Stato, e che rifarei esattamente negli stessi termini
poiché mi sono sempre battuto per affermare le reciproche sfere
di autonomia tra magistratura e politica. I messaggi oggi
pubblicati non hanno nulla a che vedere, dunque, con la vicenda
Palamara". Lo dichiara Giovanni Legnini auspicando la chiusura
di "una polemica generata dallo stillicidio di pubblicazioni di
messaggi decontestualizzati e perciò parziali e fuorvianti".
L'intervento di Legnini è legato alle "ricostruzioni apparse
oggi sul quotidiano La Verità e alle prese di posizione di
alcuni esponenti politici" "I fatti sono noti e facilmente
verificabili, e risalgono al 24 agosto 2018 e ai giorni
successivi. Il Procuratore della Repubblica di Agrigento -
ricorda- aveva avviato un'indagine sulle vicende dello sbarco
dei migranti dalla nave Diciotti, ed in conseguenza di tale
attività era stato fatto oggetto di aggressioni sulla stampa e
sui social da parte di esponenti politici e di governo. La
magistratura associata si espresse subito con posizioni a tutela
dell'indipendenza delle attività del Procuratore: intervenne
pubblicamente l'ANM, il gruppo di Autonomia e Indipendenza,
altri gruppi e singoli ed autorevoli magistrati". "Le attività
del Consiglio Superiore della magistratura erano sospese a causa
del periodo feriale, e quale Vice Presidente era mio dovere
istituzionale- sottolinea - , prima di assumere qualsiasi
posizione, consultarmi con i componenti del Consiglio. Pertanto
chiesi ai rappresentanti individuati dai gruppi consiliari di
esprimere la loro posizione. I messaggi che sono stati resi
pubblici rendono conto di questa richiesta, il cui significato è
esattamente opposto a quanto riferisce La Verità". "Il mio
lavoro - chiarisce- era finalizzato a conoscere l'orientamento
dei componenti togati del massimo organo di governo autonomo
della magistratura, sulla tutela dell'immagine e delle attività
di un Procuratore aggredito ed intimidito. Dopo che tutte le
componenti associative si espressero in modo unanime e conforme,
quale Vice Presidente resi pubblica la posizione del CSM con una
nota, esclusivamente indirizzata a tutelare il sereno
svolgimento delle attività di indagine da parte della Procura di
Agrigento, senza mai entrare nel merito delle stesse e senza
esprimere alcun giudizio sulle attività in corso. Preannunciai
inoltre che avrei investito della vicenda, come mi era stato
richiesto dai gruppi consiliari, il Plenum del Csm alla
riapertura. Di tutto ciò diedi conto con un'intervista al
quotidiano La Stampa il 26 agosto, che riporta esattamente tali
fatti e le posizioni espresse".
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