"Mi auguro che questi deprecabili
comportamenti che stanno infangando il glorioso nome della
magistratura italiana siano attenzionati dal Capo dello Stato,
sanzionati dal Csm, neutralizzati per il futuro dal
Guardasigilli e mi auguro che Pd e Iv facciano autocritica,
prendano le distanze da Legnini e dal suo operato come
vicepresidente del Csm. Mi auguro non ci sia bisogno di
chiederne le dimissioni dalla carica di commissario alla
ricostruzione post terremoto. Sono certo che per decenza le
presenterà motu proprio". E' quanto scrive il vicepresidente
della Camera dei deputati Fabio Rampelli di Fratelli d'Italia
sulla sua bacheca Facebook. "Riepilogo: scoppia il caso della
nave Diciotti, Legnini, vicepresidente del Csm e quindi vice del
capo dello Stato Mattarella, che presiede l'organo di
autogoverno della magistratura, ordina a Palamara, a sua volta
componente del Csm e presidente dell'Associazione nazionale
magistrati, di attaccare per via giudiziaria il ministro
dell'Interno, nonostante entrambi ricoprano ruoli istituzionali
che avrebbero dovuto onorare con imparzialità. Palamara mobilita
la sua corrente nel Csm e prontamente i suoi sodali scrivono una
richiesta a Legnini (organizzatore del complotto) per mettere
all'odg del Csm la tutela dell'indipendenza della magistratura,
messa in pericolo, a loro stupefacente detta, da Salvini nella
vicenda dell'inchiesta sulla Diciotti. "Bisogna attaccarlo"
scrive 'Palamara' al collega, che osserva: "il ministro ha
ragione. Francamente non riesco a capire quali reati abbia
commesso" e lui, sempre Palamara: "Ha ragione ma bisogna
attaccarlo". E allora parte l'ordine. I magistrati eseguono,
Legnini esegue, la stampa esegue... titoloni, commenti,
mobilitazioni, linciaggio mediatico...Non è un attentato agli
organi costituzionali questo? Non è associazione a delinquere
questa? Non dovrebbe essergli strappata la toga di dosso e
gettata alle ortiche? Non dovrebbero essere annullate tutte le
nomine dei Procuratori effettuate secondo l'appartenenza alle
correnti del Pd e non per meritocrazia? Non dovrebbero -conclude
- essere riconsiderati tutti i provvedimenti disciplinari presi
perché fortemente sospetti di influenza partitica? Oppure non è
successo niente, sono solo compagni che sbagliano?...".
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