Dal punto di vista economico,
proseguono gli ambientalisti "poi si pagherà una bolletta più
alta perché se la Rera accetta l'opera e il progetto, i costi
insieme all'utile vengono trasferiti sulle bollette, e questo
mentre da una parte danno incentivi per le fonti fossili e
dall'altra altri incentivi per l'utilizzo delle fonti
alternative per i cambiamenti climatici, e allora forse è
necessario che il Governo capisca e si decida ad avere un
indirizzo chiaro per sviluppare le energie alternative e
l'efficienza energetica e cancellare i contributi per le fonti
fossili che poi gravano sui cittadini".
Nel dossier sono stati illustrati i dati dei consumi. Il picco
si è verificato nel 2005 con 86,2 miliardi di mc di gas. La
distribuzione allora fu comunque assicurata da una rete di
gasdotti che aveva 1.251 km in meno rispetto a quella attuale;
nel 2019 abbiamo consumato 74,3 miliardi di mc, con una forte
riduzione rispetto all'anno di picco; le previsioni SNAM dei
consumi al 2030 oscillano tra i 70,9 miliardi di mc del Piano
2018 e i 68/73 del Piano 2019. In tutti i casi in ulteriore
diminuzione rispetto ad oggi con le previsioni del piano
Energia-Clima del Governo che vedono i consumi al 2030
addirittura a 59,3 miliardi di mc, cioè il 32% in meno rispetto
al picco del 2005 e il 20% in meno rispetto ai consumi del 2019.
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